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diritto penale
Il centro studi Rosario Livatino ha pubblicato nei giorni scorsi una prima analisi, effettuata da Franco Farri, professore di diritto finanziario dell’Università di Genova, sull’Ufficio per il processo e sulle modalità di spesa nel settore giustizia dei fondi previsti dal Pnrr.
L'Upp è nato per trovare una soluzione alla cronica lentezza dei processi e per smaltire il copioso arretrato. L'analisi parte da una premessa: gli organici dei Tribunali italiani sono grandemente sottostimati rispetto alle esigenze della popolazione. La Commissione per l’efficienza della giustizia presso il Consiglio d’Europa – Cepej nel rapporto European judicial systems. Efficiency and quality of justice del settembre 2020, con dati riferiti all’anno 2018, ha rilevato che in Italia sono presenti circa 11,6 giudici ogni 100.000 abitanti, cioè appena la metà della media europea (21,4) e grandemente inferiore rispetto alla mediana (17,7), comprensiva dei Paesi non membri Ue (ad esempio i Paesi dell’ex Urss da una parte, e dall’altra parte i Paesi di common law, dove il ruolo sociale del giudice è ben diverso, come dimostrato dal salario che a essi viene riconosciuto, quasi quadruplo rispetto alla media).
Le stesse carenze strutturali riguardano il personale ausiliario, essenzialmente cancellieri e ufficiali giudiziari. Il rapporto Cepej 2018, poi, evidenzia come in Italia sono presenti appena 35 ausiliari ogni centomila abitanti, ossia ancora una volta circa la metà rispetto alla media europea ( 68,7) e comunque molti meno rispetto alla mediana europea ( 55,2). Il rapporto Cepej 2020 non risulta riprodurre un dato analitico sul punto, Ancor più gravi le carenze dal lato delle Procure.
Il rapporto Cepej 2020 ha rilevato per l’Italia 3,7 procuratori ogni centomila abitanti a fronte di una media di 12,13. Nel rapporto Cepej 2018 si evidenziava come ciò si traducesse tra l’altro in un eccesso di casi affidati a ciascuno ( 1.737 a fronte della media europea di 578), dato peggiore in Europa se si eccettuava quello della Francia (ove però non vige l’obbligo di esercizio dell’azione penale). Partendo da questi dati, come è congegnato, l’Ufficio per il processo, per il centro studi Livatino, non sarebbe idoneo a risolvere il problema della lentezza dei giudizi, né tanto meno a risolvere in modo stabile il problema dell’arretrato.
L'Upp, infatti, è concepito come "misura straordinaria" per far fronte allo smaltimento dell’arretrato, senza garanzia di stabilizzazione dei medesimi (che sarà assicurata soltanto "se possibile"). Sennonché, se l’arretrato si è formato, l’assenza di interventi strutturali sulle cause che hanno contribuito a produrlo, come in particolare le carenze di organico, rendono del tutto logico ritenere che, quand’anche l’arretrato a oggi venga per ipotesi azzerato grazie agli Upp, esso di nuovo inizierà a formarsi nel momento in cui cessi la misura temporanea di potenziamento degli Upp stessi, se non vengono a regime aumentati i mezzi, in particolare il personale, di cui è dotata l’amministrazione della giustizia.
Inoltre, prosegue il professore Farri, «è dubbio anche che gli Upp siano idonei allo stesso fine transitorio di smaltire l’arretrato a oggi accumulato dai tribunali e dalle corti superiori. Infatti, essi sono formati per la massima parte da giovani inesperti della pratica della giustizia e, naturalmente, non sono abilitati a emettere decisioni in sostituzione dei giudici. Per cui, se i giudici e i cancellieri attualmente in funzione sono oberati per le ragioni di sottodimensionamento sopra evidenziate, è improbabile che essi dispongano del tempo necessario, da una parte, per formare i giovani membri degli Upt e, dall’altra parte, per prendere in carico le pratiche che gli Upp iniziano a istruire ma che i giudici, in ogni caso, devono conoscere e valutare personalmente prima di decidere (ci mancherebbe altro)». Il cane che si morde la coda, si potrebbe dire. «Il problema della formazione, inoltre, è acuito dal fatto che non sempre i profili selezionati per gli Uffici per il processo sono idonei alle esigenze dell’amministrazione della giustizia», conclude allora il docente ligure.