Ottocentoventisettemila intercettazioni in sei anni, per una spesa di quasi un miliardo e 400mila euro: è questo il dato che emerge dal report "Il Grande Orecchio della giustizia in Italia", stilato da Demoskopika, che ha analizzato i numeri degli anni 2009-2014. Nel mirino delle procure italiane la criminalità organizzata ma anche il terrorismo, con oltre 4mila telefoni sotto controllo, prevalentemente in Lombardia, con un incremento del 30,4% nell'ultimo biennio. Cinque le regioni più spiate, dove si concentrano circa 2 milioni di cittadini sotto controllo: 490mila sono in Campania, 395mila in Lombardia, 360mila in Sicilia, 305mila nel Lazio e 250mila in Calabria. I dati oscillano poi dai 170mila utenti spiati in Piemonte agli 8mila del Molise. Numeri che rappresentano un incremento pari al 4,1 per cento rispetto al periodo precedente. Dai dati forniti dal ministero della Giustizia emerge anche la mappa dei distretti "più caldi", nei quali si concentra il 70 per cento delle intercettazioni: Napoli con 127.240 intercettazioni pari al 15,4% sul dato complessivo, Roma con 85.544 intercettazioni (10,3%), Milano con 85.008 casi (10,3%), Palermo con 54.346 bersagli (6,6%), Reggio Calabria con 52.340 osservazioni (6,3%), Torino con 45.759 (5,5%), Firenze con 40.863 (4,9%), Bologna con 40.200 (4,9%) e Catania con 34.678 (4,2%). Ma come funziona il mercaro delle intercettazioni? Ciascuna persona posta sotto controllo implica l'intercettazione di cinque "bersagli", ognuno dei quali, in media, parla con almeno altre venti persone. Da qui una rete di "spie" che costa 1.358 milioni di euro, costi ancora troppo elevati, ha sottolineato il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, dati da sensibili differenze tra una procura e l'altra. «Sarebbe auspicabile accelerare l'attuazione normativa per attuare una riduzione delle spese - ha spiegato -. Risultati da raggiungere attraverso la revisione dei prezzi e l'adozione di un tariffario per prestazioni in base al costo medio per poi, successivamente, approdare alla realizzazione concreta di un sistema unico nazionale delle intercettazioni». La media attuale è di circa 226 milioni annui, con una progressiva riduzione dal 2009 ad oggi di 50 milioni di euro. A spendere di più sono i distretti di Palermo, con 228,9 milioni di euro (16,9 per cento), Milano, con 182 milioni di euro (13,4%), Reggio Calabria, con 171,2 milioni di euro (12,6%) e Napoli con 155,3 milioni di euro (11,4%).