Dopo l'ondata di calore estremo che ha colpito l'Italia, il Senato ha approvato il decreto “caldo”, proposto dal governo per tutelare i lavoratori dalle temperature estreme e da future emergenze. Purtroppo, tra i lavoratori, gli operatori penitenziari non vengono contemplati. Per tale ragione, il Partito Radicale ha inoltrato ai parlamentari una proposta emendativa, chiedendo l'inserimento di una modifica a tutela della polizia penitenziaria e, di conseguenza, dei detenuti. Tuttavia, il testo del decreto “caldo” è stato approvato senza tenere conto di questo emendamento e giungerà alla Camera inalterato. Rimane ancora la possibilità che i capigruppo possano convertire tale emendamento in un ordine del giorno, come raccomandazione. Pertanto, persiste un piccolo margine di intervento. Di fatto, il decreto, così approvato dal Senato, ha escluso coloro che lavorano nelle carceri.

In mezzo a un'estate infuocata, il benessere dei lavoratori penitenziari e dei detenuti nelle carceri italiane passa in secondo piano. Mentre il cambiamento climatico crea problematiche soprattutto per i lavoratori, Maurizio Turco e Irene Testa, rispettivamente segretario e tesoriere del Partito Radicale, hanno presentato una proposta emendativa indirizzata ai capigruppo della Camera, con l'obiettivo di inserire nel decreto misure adeguate per affrontare le sfide climatiche all'interno delle strutture carcerarie. Questa iniziativa non rappresenta soltanto un atto di responsabilità sociale, ma sottolinea anche l'importanza di preservare la dignità e il rispetto dei diritti umani, indipendentemente dal contesto.

La questione è chiara: con l'aumento delle temperature, le carceri non diventano soltanto luoghi di reclusione, ma anche ambienti in cui la sopravvivenza quotidiana diventa un'ardua sfida. Gli agenti di polizia penitenziaria, già impegnati in un lavoro difficile e stressante, si trovano ora ad affrontare condizioni lavorative ancor più complesse, mettendo in pericolo la loro salute e il loro benessere. Allo stesso modo, i detenuti, sebbene scontino una pena, non devono essere privati della dignità e della sicurezza basilari che spettano a ogni individuo. L'emendamento proposto dal Partito Radicale mira a estendere le misure di tutela previste dal decreto-legge n. 98/2023 anche alle istituzioni penitenziarie, in modo da garantire condizioni accettabili durante i periodi di emergenza climatica. Questo include non solo temperature adeguate all'interno delle strutture, ma anche l'accesso all'acqua potabile, una ventilazione adeguata e l'utilizzo di soluzioni tecnologiche atte a mitigare gli effetti del caldo eccessivo.

L'emendamento proposto si articola in diverse misure essenziali, che vanno dalla sorveglianza sanitaria all'informazione e alla formazione adeguata dei lavoratori. È particolarmente importante sottolineare che l'accesso all'acqua potabile è considerato un diritto fondamentale e i lavoratori devono avere la possibilità di idratarsi regolarmente. L'abbigliamento adeguato, spesso trascurato, rappresenta un altro aspetto cruciale: indossare abiti leggeri, traspiranti e di colore chiaro può fare la differenza in termini di comfort termico. Il piano di modifica dell'orario di lavoro, al fine di evitare le ore più calde della giornata, unito alla fornitura di spazi refrigerati per le pause degli agenti di polizia penitenziaria, dimostra un impegno tangibile verso il benessere dei lavoratori. Altrettanto rilevante è la promozione di un "sistema del compagno", che favorisce il monitoraggio reciproco tra colleghi per individuare segni di affaticamento termico e fornire soccorso tempestivo in caso di necessità.

La pianificazione e la risposta alle emergenze costituiscono un altro pilastro cruciale dell'emendamento. La collaborazione tra il medico competente e il responsabile della sicurezza per sviluppare un piano di monitoraggio dei sintomi legati alle patologie da calore è fondamentale per garantire una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. Questo piano deve essere ampiamente divulgato tra i lavoratori, affinché siano in grado di riconoscere i segni di stress termico e agire di conseguenza. In caso di segni di patologie da calore, è essenziale che i lavoratori interrompano immediatamente le attività, cercando refrigerio e assistenza. Questo approccio proattivo può prevenire conseguenze gravi e proteggere la salute dei lavoratori.

Il nostro sistema penitenziario è già oggetto di dibattito per diverse questioni relative ai diritti umani e al sovraffollamento. L'emendamento proposto rappresenta un passo significativo verso una visione più umana del sistema, che riflette il rispetto per la dignità fondamentale di ogni individuo, sia che si tratti di un lavoratore penitenziario o di una persona detenuta. I capigruppo della Camera, se lo desiderassero, potrebbero ancora considerare l'appello lanciato da Maurizio Turco e Irene Testa. Escludere i lavoratori penitenziari non rappresenta soltanto una mancanza di giustizia sociale, ma ignora anche il percorso verso un sistema penitenziario più in linea con i principi sanciti dalla Costituzione italiana.