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Nel giorno del Consiglio dei ministri decisivo sulla riforma della giustizia, arrivano i dati implacabili sulla lentezza del nostro sistema giudiziario. La giustizia civile italiana si conferma infatti la più lenta d'Europa in assoluto. Nel 2019, secondo lo Eu Justice Scoreboard diffuso oggi dalla Commissione europea, la durata media di una causa civile o commerciale in Italia superava i 500 giorni in primo grado, sfiorava gli 800 giorni in appello e sfondava abbondantemente il tetto dei 1.200 giorni in terzo grado di giudizio. Il secondo Paese peggiore dell'Ue per quanto riguarda i tempi della giustizia civile è Malta, con oltre 400 giorni in primo grado e oltre 800 in appello (non c'è Cassazione). Terzultima è la Spagna, dove la durata media è di oltre 300 giorni in primo grado, poco meno di 300 in secondo e oltre 600 in terzo grado. Il migliore Paese dell'Ue per tempi della giustizia civile è l'Estonia, con meno di 100 giorni in media per ogni grado di giudizio. Nel piano di ripresa e di resilienza dell'Italia «ci sono alcune riforme che vanno nella direzione» di ridurre i tempi della giustizia civile, spiega il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders, in conferenza stampa a Bruxelles. «Monitoreremo l'evoluzione», perché c'è l'impegno nel piano di ridurre il tempo «necessario a concludere le cause del 40% per i procedimenti civili e del 25% per quelli penali». Una riduzione dei tempi delle cause civili, oggi i più lunghi di tutta Europa, «avrebbe un effetto positivo» sull'economia italiana e «sull'attrattività» del Paese «per gli investimenti, ma dobbiamo vedere quale tipo di evoluzione ci sarà. È importante continuare a lavorare sulle risorse umane: ho visto discussioni sulla separazione delle carriere, ma devono aumentare i numeri».