«Queste violenze vanno affrontate e represse, nella legalità e con tutti i mezzi che lo Stato riterrà necessari per fermare questi atti inammissibili. Vorrei risponderle con le parole di Aharon Barak, già presidente della Corte suprema israeliana: “Lo Stato può e deve difendersi con una mano legata dietro la schiena, ma, nel più rigoroso rispetto e fermezza della legalità, con l’altra mano deve usare tutti gli strumenti a sua disposizione”». Così Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Consulta e ministro della Giustizia nel governo Prodi, in una intervista al Corriere della Sera.

«Non mi interessa discutere sulla legittimità del 41 bis: la sede giudiziaria è quella opportuna. Mi interessa invece la motivazione dell’appello, che condivido, sulla necessità di non assistere passivamente a un suicidio annunciato, in un contesto carcerario che presenta un numero già abnorme e inaccettabile di detenuti che si tolgono la vita» dichiara Flick.

«Cospito è in sciopero della fame da oltre 100 giorni e le sue condizioni di salute sono gravi, alla luce di quanto reso noto dal garante dei detenuti. Condivido quindi la motivazione di questo appello: l’imperativo di salvare una vita umana. L’isolamento carcerario deve essere compatibile con la salvaguardia della vita umana, se essa è davvero in pericolo», spiega Flick.