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Perché la maggioranza non vuole audire nelle Commissioni parlamentari competenti i tre membri - Felice Maurizio D’Ettore, Irma Conti e Mario Serio - scelti dal ministro della Giustizia Carlo Nordio per ricoprire il ruolo del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale? A sollevare la polemica ci hanno pensato ieri gli esponenti del Pd e di Avs. «È molto grave che la maggioranza si sia opposta oggi (ieri, ndr) in commissione all'audizione dei candidati al ruolo del collegio dei garanti dei detenuti. Si tratta di un organo di garanzia molto delicato, al quale devono essere chiamate persone con caratteristiche di indipendenza e riconosciuta competenza nel campo dei diritti umani. Negare la possibilità di audire i candidati significa impedire di fare una scelta consapevole e ragionata, e costituisce l'ennesimo atto di arroganza di una maggioranza che occupa anche le istituzioni di garanzia senza alcun rispetto per l'opposizione», scrivono in una nota i senatori del Partito democratico Alfredo Bazoli, Anna Rossomando, Franco Mirabelli, Walter Verini, membri della commissione Giustizia a Palazzo Madama.
La stessa richiesta è stata avanzata anche dal deputato dem Federico Gianassi e dal suo collega della Commissione Giustizia della Camera di Alleanza Verdi e Sinistra Devis Dori: «Abbiamo anche oggi ( ieri, ndr) richiesto al presidente della Commissione Ciro Maschio di procedere con le audizioni dei candidati designati dal Governo per l'ufficio del Garante nazionale dei detenuti. Si tratta di una scelta delicatissima perché riguarda la situazione delle persone private della libertà. Sono note a tutti le condizioni difficilissime del carcere e da tutti è ritenuto una priorità». Ma non hanno ottenuto risposta: tutto rimandato al prossimo ufficio di presidenza. E allora i due parlamentari concludono: «auspichiamo che i gruppi di maggioranza, che anche oggi (ieri, ndr) non si sono espressi, possano farlo favorevolmente e definitivamente nei prossimi giorni. Un rifiuto di procedere alle audizioni sarebbe incomprensibile, gli stessi soggetti certamente non possono avere difficoltà a presentarsi in Commissione. Quanto avvenuto al Senato, dove la maggioranza ha deciso di negare le audizioni, ci preoccupa perché delegittima gli stessi soggetti auditi e su questo non potremo stare in silenzio».