OTTANT’ANNI DI CODICE CIVILE, IL CONVEGNO IN CASSAZIONE

GIOVANNI M. JACOBAZZI

Un convegno in Cassazione organizzato dal Csm per ricordare gli ' ottanta anni dell’entrata in vigore del Codice Civile' ha offerto l’occasione questa settimana per fare il punto anche sull’importante momento riformatore che sta vivendo in questo periodo il mondo della giustizia e, in particolare, la magistratura. Se fino a qualche anni fa la magistratura era guardata con fiducia e speranza, oggi, secondo un rapporto Eurispes, il 20 percento degli italiani non crede nella giustizia ed il 40 percento vi ripone poca fiducia. Le cause risiedono nella lentezza dei processi e nella poca certezza delle decisioni. A tal proposito, ha ricordato il primo presidente della Cassazione Piero Curzio, «non possiamo pensare che il mondo dei giuristi possa restare scisso dalla società civile, dobbiamo farci carico di quei problemi, riflettendo sul valore della certezza del diritto da salvaguardare e tutelare».

Per Curzio, allora, è molto «importante il confronto continuo tra giurisprudenza e dottrina, con l’avvocatura e l’accademia per adempiere al meglio il compito di chiarire e unificare l'interpretazione delle leggi». «Il nostro compito non è quello di scrivere monografie sostituendoci alla dottrina, ma di rendere giustizia nei casi concreti con sentenze che tengano conto della migliore dottrina», ha aggiunto il primo presidente.

Tornando al codice civile, invece, già negli anni Quaranta, è stato da più parti ricordato, «ha saputo esprimere con una anticipazione rispetto all’entrata in vigore della Costituzione, quei principi di rispetto della persona che più tardi ha introdotto la Carta costituzionale». Al presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini è toccato il compito di affrontare il tema della “ricodificazione”. «Quando si parla di ricodificazione bisogna tenere conto di un contesto molto più ampio di evoluzione della nostra società: i mutamenti sociali ed economici. La società civile cammina molto più veloce del diritto», ha esordito Frattini.

«Bisogna dare stabilità e durata al Codice in quanto la rapida capacità di evoluzione della società necessita di un diritto al passo con i tempi», ha quindi precisato il presidente del Consiglio di Stato, invitando tutti a «riflettere su come il codice civile possa essere arricchito e approfondito in alcuni aspetti». In tale ottica, pertanto, è indispensabile tener conto del fatto che ci sono molte materie di derivazione comunitaria frutto di trasposizione di direttive che hanno una loro durata temporanea che il Paese è obbligato a recepire. «La sfida afferma Frattini - è mantenere unitario, stabile e duraturo il Codice anche se molte direttive hanno efficacia temporanea».