PHOTO
Il femminicidio di Alessandra Matteuzzi, la 57enne bolognese, uccisa a martellate dal suo ex compagno, Giovanni Padovani, un calciatore 27enne originario di Senigallia, ha scosso le coscienze. L’uomo è stato fermato per omicidio, mentre la ministra della Giustizia, Marta Cartabia ha chiesto agli uffici dell’ispettorato di «svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all’esito, valutazioni e proposte». Un’iniziativa presa a fronte delle ricostruzioni di stampa. Sulla vicenda si è fatto sentire il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, che al Gr1 ha chiarito: «Non si può affatto parlare di malagiustizia, poiché la denuncia è stata raccolta ed è pervenuta nel nostro ufficio a fine luglio e il 1° agosto è stata immediatamente iscritta e subito sono state attivate delle indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto, perché alcune persone da sentire erano in ferie. Noi, quello che potevamo fare, lo abbiamo fatto». Secondo Amato, in questa circostanza, «non emergevano situazioni a rischio di violenza, ma era la tipica condotta di stalkeraggio molesto». L’Arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, esprimendo «profondo cordoglio e amarezza» per la vicenda ha sottolineato: «È un tragico evento che scuote Bologna, l’Italia e le nostre coscienze e ci chiede di non restare indifferenti davanti ai casi di femminicidio e alle varie forme di violenza di cui molte donne sono quotidianamente vittime, spesso in maniera silenziosa. L’esponente Pd Valeria Valente, presidente della commissione Femminicidio, a Radio 24 ha detto: «Alessandra Matteuzzi aveva avuto coraggio, aveva denunciato per molestie il suo molestatore e non ha fatto in tempo a integrare la denuncia a causa dell’ escalation, perché è stata uccisa. Non possiamo conoscere i dettagli, senza aver letto il fascicolo. Ma In questi casi bisogna utilizzare di più le misure cautelari e pre cautelari come il divieto di avvicinamento, l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di residenza e usare il braccialetto elettronico per il controllo. La misura cautelare non può che essere». Secondo i dati del Viminale, dal 1 gennaio al 3 luglio, ci sono stati i 144 omicidi, con 61 vittime donne, di cui 53 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 33 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (nel 2022 le vittime di omicidio volontario commesso dal partner/ex partner sono tutte di genere femminile).