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ergastolo ostativo
Su spinta della Giurisprudenza europea, la Consulta interveniva con la pronuncia del 15 aprile u.s. – la n. 97 del 2021 – sancendo l’incompatibilità dell’attuale disciplina che regola l’accesso alle misure premiali per quei soggetti sottoposti all’art. 4 bis ordinamento penitenziario e che si rifiutino di vestire il ruolo di collaboratori di giustizia. Come noto, la mancata collaborazione da parte del detenuto è considerata indicatore di pericolosità sociale con forza di presunzione assoluta, e, in quanto tale, impedisce al Magistrato di Sorveglianza procedente di far accedere il reo a tutta una serie di benefici. Tale impostazione è stata aspramente criticata dalla Corte EDU e, successivamente, anche dalla Consulta, la quale ha ritenuto di non poter offrire soluzioni definitorie immediate, auspicando che fossero invece le Camere ad adottare i dovuti correttivi, nel rispetto del dettato costituzionale europeo e nazionale.
Il punto di maggiore criticità del "nuovo" ergastolo ostativo
Il disegno che esce dalla Commissione Giustizia della Camera va a porsi in netto contrasto con quanto auspicato dalle più alte magistrature: da un lato pare offrire una sorta di formale adesione alle raccomandazioni dei Giudici, garantendo anche ai detenuti ex art. 4 bis o.p. non collaboratori di giustizia di usufruire delle misure premiali, mentre dall’altra va ad inasprirne gravemente i criteri di accesso. Il punto di maggior criticità è rappresentato dalla prova richiesta affinché si giunga ad “escludere con certezza l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva e con il contesto nel quale il reato è stato commesso, nonché il pericolo di ripristino di tali collegamenti, anche indiretti o tramite terzi, tenuto conto delle circostanze personali e ambientali”. Infatti, il disegno intende spostare tale gravoso onere probatorio interamente, o quasi, in capo al detenuto, essendo questo chiamato a fornire allegazioni tali da confermare la completa e certa rescissione dei legami con gruppi criminali.- LEGGI ANCHE: Di Matteo: «Si rischia di liberare gli stragisti»