Carlo "Giuliani era una feccia di teppista da strada": così scriveva nel 2014 sul proprio profilo Facebook l'ex senatore di An Luigi Bobbio, oggi giudice al Tribunale di Nocera Inferiore. Avendo così offeso la reputazione del giovane di 23 anni, ucciso da un carabiniere - poi prosciolto per legittima difesa -  nel corso degli eventi del G8 del 2001, Bobbio è stato condannato dalla Sezione disciplinare del Csm alla perdita di anzianità di due mesi. Si tratta di una sanzione superiore a quella chiesta dalla Procura generale della Cassazione, che aveva sollecitato la condanna alla censura. Per questa vicenda Bobbio, già capo di gabinetto dell'allora ministro Giorgia Meloni, era stato condannato nel 2016 dal tribunale di Torre Annunziata a 8 mesi di reclusione (pena sospesa), confermati tre anni dopo in appello, ma la sentenza era stata in seguito annullata dalla Cassazione, che aveva dichiarato estinto il reato per remissione di querela. Bobbio si era espresso due volte su Facebook contro il manifestante no-global, tra luglio e settembre 2014: "questa è la risposta che meritano quei vigliacchetti che hanno sporcato con quel lurido cartello il monumento all'Arma! Giuliani era una feccia di teppista da strada". Il tutto nasceva dal fatto che il giorno prima del post un cartello con su scritto "Ho ucciso Carlo Giuliani" era stato legato al monumento dei carabinieri inaugurato a Taranto nel giorno dei festeggiamenti del bicentenario. Ma Bobbio si difende e dice al Dubbio: "con il mio avvocato faremo sicuramente ricorso in Cassazione. Il provvedimento mi lascia un grande amaro in bocca e rafforza in me la percezione di essere da molti anni malevolmente attenzionato dalla corporazione, a causa della mia non breve esperienza politica nelle fila della destra e per le mie posizioni a favore di una dura e necessaria riforma dell'ordinamento giudiziario e del potere dei magistrati". Martedì potrete leggere l'intervista integrale a Bobbio.