Di fatto, il “Nucleo di monitoraggio” istituito a via Arenula dal guardasigilli Bonafede, d’intesa col presidente del Cnf Mascherin, sarà lo strumento per abbattere tutte le resistenze all’applicazione dell’equo compenso. Lo suggeriscono diversi contenuti del protocollo siglato nell’incontro di ieri. Tra gli altri, il passaggio che all’articolo 3 prevede, tra i «compiti» della neonata struttura, anche quello di «segnalare all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e ad altre Autorità eventualmente competenti i comportamenti di committenti privati e pubblici che violano la normativa in tema di equo compenso». Una sorta di rovesciamento dei ruoli, nella dialettica fra Antitrust e professioni. All’epoca della discussione in Parlamento sulla legge ( che nell’incontro di ieri il presidente del Cnf ha richiamato anche per riconoscere l’impegno di forze oggi all’opposizione, come il Pd e Forza Italia) l’authority si schierò in modo nettissimo contro l’equo compenso. Con l’iniziativa di Bonafede e del Cnf, ora potrebbe trovarsi a richiamare proprio quei committenti forti, a cominciare dalle grandi imprese, che violano la legge. Una dinamica che realizza l’auspicio espresso più volte, in questi mesi, da Mascherin: «L’Antitrust dovrebbe vigilare su chi fa abuso di posizione dominante nei confronti dei professionisti».

Più in generale, il “Nucleo centrale di monitoraggio” sarà un luogo capace di elaborare le criticità per tradurle in «proposte legislative migliorative», come si legge all’articolo 4 del protocollo d’intesa. E proprio per questo la struttura si riunirà in ogni caso entro i prossimi 6 mesi, in modo da compiere «un preliminare monitoraggio prodromico alla tempestiva formulazione» dei correttivi, come si prevede allo stesso articolo del documento.

Il “Nucleo di monitoraggio” sarà costituito da tre rappresenti del ministero della Giustizia, dal presidente del Cnf e da un altro consigliere dell’organo istituzionale dell’avvocatura, come stabilito al primo articolo. A presiederlo sarà lo stesso ministro o un «sottosegretario da lui delegato». Non si può escludere che Bonafede affidi al sottosegretario Jacopo Morrone anche tale coordinamento, considerato l’impegno rivolto all’equo compenso dall’esponente della Lega, che già segue il tavolo tecnico aperto a tutte le professioni. La struttura che si insedierà a via Arenula sarà collegata alla «rete nazionale», prevista all’articolo 2, composta dai «nuclei locali di monitoraggio costituiti ad opera dei Consigli dell’Ordine degli avvocati». Saranno loro a inviare a Roma le «segnalazioni relative alla violazione della normativa in materia di equo compenso», ad acquisire «le convenzioni, i bandi e ogni altro atto di interesse», in particolare i «casi di violazione e/ o elusione della disciplina». All’articolo 3 si ricorda inoltre che nella sua attività di monitoraggio, il “Nucleo centrale” verifica «il rispetto della disciplina anche da parte dell’autorità giudiziaria». La struttura «riceve dal Cnf le segnalazioni» e ne tiene «una banca dati». E, soprattutto, può «sollecitare i committenti pubblici e privati in capo ai quali siano state rilevate violazioni della normativa in materia di equo compenso ad adeguare conseguentemente le proprie prassi». Ed è forse questa, tra le previsioni inserite nel protocollo d’intesa, quella che ha il significato strategico più chiaro, capace di determinare una vera svolta nella politica delle professioni.