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PALAZZO MADAMA VOTA SOLO IL DL AIUTI
Una sorta di accanimento terapeutico. Quando già ormai non c’era più alcun dubbio, è naufragata anche l’ultima possibilità di portare a casa, a fine legislatura, i provvedimenti su equo compenso, ergastolo ostativo e delega fiscale. Non è stato infatti raggiunto l’accordo durante la conferenza dei capigruppo per procedere al voto e dunque l’ultima seduta in Aula del Senato ha riguardato solo la conversione in legge, in terza lettura, del decreto aiuti bis. L'Assemblea ha quindi approvato definitivamente il ddl 2685- B, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati. E al termine dei lavori la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati ha dichiarato chiusi i lavori dell’Assemblea.
Secondo quanto riferito a margine della riunione dal capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, il Carroccio aveva confermato la disponibilità a rispettare l’accordo del 5 agosto che prevedeva il voto congiunto dei tre provvedimenti. Ma tra i tre il solo testo chiuso è quello sull’ equo compenso, circostanza che rende dunque impossibile votare tutti e tre i ddl. «L’equo compenso è pronto, ma gli altri due provvedimenti no e quindi non siamo riusciti a fare l’accordo - ha spiegato -. Noi come Lega eravamo d’accordo a farli tutti e tre o nessuno, come avevamo stabilito il 5 agosto».
Da qui la decisione di procedere solo al voto del decreto aiuti bis.
Nel corso della conferenza stampa della scorsa settimana, il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva auspicato che la delega fiscale venisse calendarizzata, anche con un eventuale voto in Aula. «C’era un accordo con tutte le forze politiche, all’inizio di agosto, che sarebbe stata votata il 7 settembre - aveva evidenziato -. E il governo si impegnava a non tirare fuori, a non scrivere, i decreti delegati fino alla data delle elezioni. Il governo ha mantenuto la sua parola, di tutte le forze politiche una non ha mantenuto la sua parola e non l’ha votata ora».
Insomma, tutto rimandato alla prossima legislatura. E mentre si chiude anticipatamente l’esperienza di governo dell’ex presidente della Bce, oggi il Csm esprimerà in extremis il proprio parere sui testi dei decreti legislativi riguardanti la riforma del processo penale, la riforma del processo civile e l’istituzione dell’ufficio del processo. Pareri nei quali Palazzo dei Marescialli ribadisce le criticità già evidenziate, a suo tempo, nella discussione sui testi delle riforme.
IL CAPOGRUPPO DELLA LEGA, MASSIMILIANO ROMEO