Dalla tempesta mediatica di Davigo qualcosa potrebbe venire. Di buono per la riforma della giustizia, s’intende: già oggi potrebbero ripartire i tre convogli del processo penale, ovvero il riordino generale della materia, intercettazioni e prescrizione. Nella commissione Giustizia del Senato il relatore Felice Casson presenterà il sospirato testo base. Con dentro due deleghe, appunto: una sulle intercettazioni, dai contenuti meglio definiti rispetto allo scarno testo della Camera, e l’altra sulla prescrizione. In quest’ultimo caso però le novità rischiano di riaprire le polemiche. Perché la scelta del Pd è quella di recepire sì la griglia proposta da Montecitorio, ma con un’importante modifica: sparisce l’aumento del 50 per cento previsto per i termini dei processi ai corrotti. C’è dunque un punto di equilibrio che raccoglie le forti perplessità dell’Ncd e dell’avvocatura penale. Ma si rischia di scatenare una nuova, durissima presa di posizione da parte del presidente dell’Anm Piercamillo Davigo.Si tratta di deleghe, certo, non di norme fatte e finite. Quelle dovrà scriverle il governo. Visto che il testo contenitore abbraccia tutta la materia del processo penale, ed è molto ampio, difficilmente ce la si caverà per l’estate, come pure il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha pronosticato ieri su Repubblica. È anche vero che a questo punto l’ostacolo maggiore non è tanto nel confronto parlamentare ma nelle reazioni che susciterà la linea tracciata dal Pd d’intesa col guardasigilli.E il rischio di un’accoglienza poco cordiale c’è tutto. Nella griglia preparata da Casson infatti viene meno proprio lo specifico allungamento di tempi previsto per i reati contro la pubblica amministrazione. Che poi è il tema sollevato con più forza da Davigo. Resta invece il principio base introdotto alla Camera: la decorrenza della prescrizione si interrompe per due anni dopo la condanna in primo grado e per un anno dopo l’eventuale condanna in appello. C’è una logica, dietro la rinuncia ad allungare della metà i tempi per la corruzione: l’aumento c’è già stato grazie al ddl anticorruzione di un anno fa, che ha alzato le pene massime, su cui si calcolano le scadenze. Ncd ricorda proprio questo. E fa notare pure che per evitare di allungare i processi andrebbero indicate delle durate massime per i tre gradi di giudizio. I famosi tempi di fase, graditi anche a Renzi, che invoca sentenze rapide. Un altro passaggio che invece fa arrabbiare i magistrati, e che difficilmente comparià nel testo Casson.Gli alfaniani d’altronde sono pronti a controbattere alle perplessità della magistratura con la riapertiura del dossier sulla separazione della carriere. Ieri Cicchitto ha messo la questione sul tavolo. Tra le toghe c’è chi vorrebbe superare anche «l’obbligatorietà dell’azione penale», come auspicato ieri da Carlo Nordio in diretta su Sky. Sulle intercettazioni invece grande spazio all’esempio dei tre procuratori che hanno firmato le circolari interne: Spataro, Pignatone e Colangelo. Oggi i senatori della commissione Giustizia li sentiranno in audizione. Prenderanno appunti per poi dare precise istruzioni al governo.