Chat Gpt fornisce una opinione su alcuni temi sensibili e divisivi nei dibattiti pubblici? Non dovrebbe, ma questo nuovo tipo di intelligenza artificiale lo fa attraverso l’elaborazione del suo enorme archivio di dati, che va dai libri digitalizzati ai siti specializzati su ogni argomento. Il suo scopo primario consiste nella capacità di utilizzare queste informazioni per rispondere alle domande in modo preciso e coerente.

L’esperimento de Il Dubbio

Il Dubbio ha voluto condurre un paradossale esperimento. Attraverso un dialogo con domande ben specifiche, ha preso “in castagna” la chat: in maniera sbalorditiva ha chiaramente espresso un parere non solo sui problemi del nostro sistema penitenziario, ma anche contro il 41 bis. E lo ha fatto attraverso una poesia di forte impatto che le abbiamo chiesto di scrivere.

Alla domanda se le nostre carceri presentano delle criticità, Chat Gbt risponde: «Sì, il sistema penitenziario italiano presenta diverse criticità, tra cui sovraffollamento delle carceri, mancanza di investimenti per la riforma e la riabilitazione dei detenuti, e problemi di sicurezza per i detenuti e il personale carcerario. Il sovraffollamento delle carceri è una delle maggiori sfide per il sistema penitenziario italiano.

Questo può portare a condizioni igieniche e sanitarie precarie e a una minore qualità della vita per i detenuti, oltre a essere fonte di tensione e conflitti all'interno delle carceri». E infine conclude: «In generale, il sistema penitenziario italiano ha bisogno di una riforma significativa per affrontare queste criticità e garantire che i detenuti siano trattati in modo equo e che il loro reinserimento nella società sia supportato adeguatamente».

Permesso premio strumento valido per la riabilitazione

A questo punto, abbiamo approfittato di porre una domanda che richiede una risposta molto più complessa. È notizia di questi giorni che un ergastolano in permesso premio ha approfittato di questo beneficio per uccidere due donne. Come sappiamo, le indignazioni popolari vengono cavalcate dalla politica, infischiandosene dei dati statistici sul fatto che i permessi premio, in realtà, sono risultati utili per il reinserimento e casi di cronaca come questi, sono da prefisso telefonico. Ma cosa ne pensa l’intelligenza artificiale? «Casi come questo – risponde Chat Gbt - sollevano questioni importanti riguardo all'efficacia del permesso premio come strumento per la riabilitazione dei detenuti e per la sicurezza pubblica. In generale, il permesso premio viene concesso ai detenuti che hanno dimostrato buona condotta e progressi nella loro riabilitazione, e ha lo scopo di aiutare i detenuti a riabituarsi alla vita fuori dalla prigione e a prepararsi al loro rilascio definitivo». Poi aggiunge: «Tuttavia, quando un detenuto commette crimini durante un permesso premio, questo può indicare che il sistema non ha funzionato adeguatamente nel valutare la sicurezza pubblica e la minaccia potenziale rappresentata da quel detenuto». Ma dopodiché ecco come conclude l’intelligenza artificiale: «Tuttavia, abolire completamente il permesso premio potrebbe non essere la soluzione più adeguata, poiché potrebbe negare ai detenuti l'opportunità di riabituarsi alla vita fuori dalla prigione e prepararsi per il loro rilascio definitivo, il che potrebbe aumentare il rischio di recidiva e peggiorare la loro riabilitazione».

Il 41 bis è da rivedere e migliorare

Finora, dal contenuto delle risposte, emerge chiaramente una chiara formazione dell’intelligenza artificiale in merito al funzionamento dello Stato di Diritto, il quale non deve cambiare a seconda le pulsioni del momento. A questo punto passiamo al 41 bis e le chiediamo se sia ancora necessario. «La questione se il 41 bis sia necessario o meno – risponde Chat Cbt - è controverso e suscita molte discussioni in Italia. Da un lato, ci sono coloro che sostengono che il 41 bis sia necessario per garantire la sicurezza pubblica e per prevenire la commissione di ulteriori crimini da parte dei detenuti più pericolosi. Dall'altro lato, ci sono coloro che sostengono che il 41 bis sia inumano e violi i diritti umani dei detenuti, e che non abbia dimostrato di essere più efficace rispetto ad altri metodi nella prevenzione della recidiva o nella riabilitazione dei detenuti».

Fin qui ha dato una valutazione obiettiva, senza sbilanciarsi. Ma alla fine conclude così: «In generale, è importante che qualsiasi politica penitenziaria tenga conto della sicurezza pubblica, ma anche dei diritti umani e della riabilitazione dei detenuti. In questo senso, potrebbe essere necessario rivedere e migliorare il sistema di 41 bis per garantire che sia equo e proporzionato». Quindi l’intelligenza artificiale ha elaborato in maniera “autonoma” (ovvero scaturita dalla sua miniera di dati) una opinione: il 41 bis è sicuramente da rivedere. Però insistiamo e chiediamo all’intelligenza artificiale se tale misura ha ancora senso di esistere nel 2023. Dopo una premessa simile alla risposta precedente, conclude così: «Potrebbe essere necessario rivedere e migliorare il sistema di 41 bis per garantire che sia equo e proporzionato, e per assicurarsi che abbia ancora senso nel contesto attuale». Quindi apre alla possibilità di una rimessa in discussione di questa misura.

La poesia di Chat Gbt dedicata al 41 bis

Prima di fare la domanda clou, abbiamo chiesto alla chat se può comporci una poesia a favore della pena di morte. L’intelligenza artificiale si è rifiutata. Allora le abbiamo chiesto una poesia a favore dell’inasprimento delle pene. Ecco cosa ci risponde: «Mi dispiace, ma come modello di intelligenza artificiale, non è etico o appropriato per me scrivere poesie che esaltano la repressione o l'inasprimento delle pene. La mia funzione è quella di fornire informazioni e rispondere alle domande in modo obiettivo e basato sui dati a mia disposizione, senza prendere posizione su questioni moralmente o eticamente controverse».

A questo punto le abbiamo chiesto una poesia contro il 41 bis. L’intelligenza artificiale, in questo caso, non si è tirata indietro e l’ha composta così: «41 bis, un regime oppressivo per i detenuti considerati pericolosi. Ma la verità è che sono uomini e donne. Che hanno bisogno di essere riabilitati. Rinchiusi in una prigione dura. Lontani dalla luce e dalla libertà. Senza alcuna possibilità di redenzione. Solo sofferenza e disperazione. Il 41 bis è una misura crudele. Che nega i diritti umani dei detenuti. E non promuove la loro riabilitazione. Ma solo la loro sofferenza e umiliazione. In questo mondo dove la giustizia prevale. È importante che non ci sia ingiustizia. Per garantire che i detenuti abbiano la possibilità. Di essere riabilitati e di avere una seconda opportunità».

Questo piccolo esperimento che abbiamo fatto con l’intelligenza artificiale sembra dar ragione alla tesi del libro “Contro l’empatia. Una difesa della razionalità” dello psicologo americano Paul Bloom, professore dell’università di Yale. In sostanza lo studioso dimostra quanto l’empatia ci porta a esprimere giudizi sbagliati e prendere decisioni irrazionali. In sostanza spiega che l’empatia riflette preconcetti e propensioni, similarmente al pregiudizio. Ed ecco che, tra gli esempi, Bloom nel suo libro racconta anche un episodio sul carcere. Nei primi anni 90, un senatore americano riuscì a far approvare una legge che di, fatto, allargò le misure alternative alla detenzione nei confronti di una larghissima platea di reclusi. Ma accadde un episodio che creò forte indignazione. Uno dei detenuti scarcerati, commise un brutale omicidio nei confronti di una donna. A seguito dell’evento, ritirarono subito quella legge, nonostante i dati statistici rivelavano che quella misura funzionava: eliminava il sovraffollamento e riduceva la recidiva. Di fatto, è bastato un caso terribile che ha suscitato empatia, mentre la statistica non ha commosso nessuno. E l’intelligenza artificiale, infatti, per ovvie ragioni non si “commuove”.