Via i reati contro la pubblica amministrazione dal catalogo dei reati ostativi. E dunque addio ad una parte fondamentale della Spazzacorrotti di Alfonso Bonafede, con il placet della maggioranza e di Azione- Italia Viva, contro i quali nulla hanno potuto i no di M5S, Misto e Pd.

A sancire il ritorno all’epoca pre-grillina è stata la Commissione Giustizia al Senato, dove ieri è andato in scena il voto degli emendamenti al dl Rave, il cui approdo in Aula è previsto per il 12 dicembre. La proposta, presentata del forzista Pierantonio Zanettin, modifica l’articolo 1 del decreto varato dal governo in materia di ergastolo ostativo e consente l’ammissione ai benefici penitenziari dei condannati per reati come concussione, corruzione e peculato, anche in assenza di collaborazione con la giustizia. Un voto, ha commentato il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che «costituisce un segnale inequivoco di un nuovo corso di piena valorizzazione dei principi indicati nella Carta costituzionale».

A protestare è l’ex presidente del Consiglio e leader del M5S Giuseppe Conte, secondo cui «in un Paese in cui il 90 per cento delle truffe sono collegate ad appalti, mazzette e responsabilità erariali e amministrative nella pubblica amministrazione il centrodestra crea praterie di impunità e indossa i guanti bianchi con chi inquina le Istituzioni - ha scritto sui suoi canali social -, mentre attacca con ferocia i più deboli, le famiglie che non ce la fanno e il ceto medio. Questa è l'Italia alla rovescia della Meloni: via il “Reddito di cittadinanza”, sì all’introduzione della “Corruzione ed evasione di cittadinanza”».

E preoccupato si è detto anche il Pd, secondo cui tale scelta rappresenta «un campanello d'allarme, anche perché siamo in un periodo, con il Pnrr, in cui devono essere spesi tantissimi fondi in appalti», ha detto la responsabile giustizia del Pd Anna Rossomando, auspicando un ripensamento del governo in Aula. «Noi - ha spiegato il dem Alfredo Bazoli - eravamo contrari all'equiparazione fatta dalla» Spazzacorrotti «e già nella riforma dell'ergastolo ostativo della scorsa legislatura avevamo ottenuto di disaccoppiare i due elenchi ai fini dell'ottenimento dei benefici penitenziari. Quindi siamo d'accordo con l'idea di togliere i reati monosoggettivi da quelli ostativi, ma non quelli compiuti in associazione».

Il patto che ha compattato la maggioranza intorno all’emendamento Zanettin ha portato al ritiro di un’altra sua proposta, ovvero quella che puntava ad introdurre l'impossibilità, per i pm, di presentare ricorso contro la sentenza d'assoluzione di primo grado. Una rinuncia che non è definitiva - essendo il tema nel programma di governo del centrodestra -, ma rinvia la questione ad un secondo momento: Zanettin ha infatti deciso di presentare un ordine del giorno il cui testo è stato concordato con il Governo. Ordine del giorno che verrà sottoscritto anche da Italia Viva, come annunciato da Ivan Scalfarotto. La Commissione ha dato l’ok anche alla proposta di FdI che inverte l’onere della prova per essere ammessi ai benefici penitenziari e alla liberazione condizionale.

«La sicurezza dei cittadini e la lotta al crimine organizzato è la priorità di Fratelli d'Italia», hanno dichiarato in una nota congiunta i senatori Alberto Balboni, Giovanni Berrino e Sergio Rastrelli. Mentre non passa la proposta di Iv di riportare a 26 gli anni da trascorrere in carcere prima di poter accedere ai benefici - limite oggi innalzato a 30 -, contro la quale hanno votato anche M5S e Pd, uniti anche nel dire no alla proposta di ridurre da 20 giorni a 48 ore il trattenimento in prigione degli indagati per quei reati che con la riforma Cartabia risulteranno procedibili solo a querela di parte.

Nella lunga giornata di ieri in Commissione, i senatori hanno anche dato l’ok a maggioranza all'emendamento del Governo che riscrive il reato di Rave, introducendo nell'ordinamento l'articolo 633- bis. Rimane la pena massima di sei anni per gli organizzatori - che consente di autorizzare le intercettazioni -, ma sono stati eliminati i riferimenti al Codice Antimafia e all’ordine pubblico, cancellando la soglia dei 50 partecipanti ai raduni. «Sono stati risolti i rilievi critici - ha commentato Zanettin -. Così si esclude che possano essere punite le riunioni sindacali, studentesche o politiche, ma solo quelle musicali in cui c'è spaccio».

Un intervento, ha dunque commentato la presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno (Lega) che colma «il vuoto legislativo con una norma nuova che ha una sanzione congrua al disvalore di fatti. Al contempo, è stata sicuramente migliorata la descrizione della condotta penalmente rilevante superando quei dubbi sulla tassatività della norma che avevano sollevato alcuni commentatori». Oggi, sempre in Commissione, ci sarà la votazione per il mandato al relatore dopo che saranno arrivati i pareri dalle commissioni competenti che vengono formulati sul testo emendato.