«La soluzione per i rom? L’avevano inventata qualche decennio fa». Il tono di Djana Pavovlic, attrice e attivista rom del movimento Kethanè per la promozione dei diritti di rom sinti e caminanti, è molto amaro. Il Dubbio l’ha intervistata per commentare gli episodi ormai di normale violenza avvenuti a Casal Bruciato in via Satta, dove una famiglia rom di origine bosniaca, madre, padre e 12 figli, che ha avuto una casa popolare assegnata è sotto assedio da due giorni.

«Si possono fare alcune considerazioni su quello che sta succedendo: primo, in questo paese mancano istituzioni che garantiscono il rispetto della Costituzione. Perché se una persona urla ad una donna con una bimba di tre anni in braccio che vuole entrare in casa sua “ti stupro puttana”’ e può restare lì davanti libera, vuol dire che mancano le istituzioni e manca la civiltà in questo paese. Il punto è: oggi tocca a noi e domani a chi? Seconda osservazione, questa ipocrisia dei cittadini esasperati è un’assurdità. Nessuno in un mondo civile può giustificare la violenza, può dire sì però. I cittadini esasperati hanno tanti modi in cui possono mostrare la loro esasperazione a cominciare dal votare, possono contestare anche la legge secondo la quale si può dare la casa a un rom, anche se è garantito dalla Costituzione. Però civilmente. Un cittadino che assalta una donna assieme ad un tatuato, palestrato, che urla “puttana ti stupro” per me non si merita di essere chiamato cittadino in un paese democratico. Queste cose non possono accadere in un paese normale, ma neanche in un paese meno democratico, io vengo dalla Serbia, insomma, ci sarebbe una reazione. La sindaca certo è andata lì stamattina a dire che la famiglia ha diritto di restare, ma la polizia che fa? Io sono a capo di un movimento, sono dieci anni che organizzo manifestazioni, senza il permesso della questura non c’è verso che io possa fare una manifestazione. E poi questi sono violenti, io non vedo cittadini attivisti di Casa Pound o Forza Nuova, io vedo solo gente violentissima e pericolosa. Mi aspetto che ci saranno magistrati - ci saranno ancora in questo paese? - che procederanno contro i violenti. Noi con gli avvocati denunceremo tutti quelli che riusciamo a riconoscere nei video. Ma spero che qualcuno reagirà oltre a noi».

Cosa si aspetta dal ministro Salvini?

Salvini ha dichiarato che è sbagliato minacciare o insultare le persone, si dovrebbe ricordare che non è solo il leader di un partito di estrema destra ma è un ministro della Repubblica Italiana e ha degli obblighi rispetto alla Costituzione. Non basta dire è sbagliato insultare, è il capo della polizia, deve intervenire per impedire che queste cose possano succedere. Visto che la sicurezza è il suo slogan più importante, noi adesso vogliamo sicurezza, perché le nostre famiglie non sono sicure fisicamente. Quindi ti puoi immaginare quanto siamo esasperati noi.

Quindi i campi rom non andavano bene, i grandi raggruppamenti rom non andavano bene: quando viene tentata la via soft della famiglia singola, anche quello non va bene. Perché?

Finora tutti con ipocrisia hanno detto che il problema era il campo rom. Il vero problema in questo paese è l’antiziganismo. È un’ideologia. Non va bene che tu sei povero, non va bene se sei ricco, non va bene se rispetti la legge, non va bene se non la rispetti, non va bene se ti arrabbi, non va bene se reagisci. Perché sei zingaro, tutto lì. Lo stesso motivo hanno tentato uno sterminio razziale negli anni 30, non perché eravamo buoni o cattivi, perché eravamo zingari. Sono cicli storici. L’antiziganismo c’è da sempre ha avuto dei picchi nella storia come quello dello sterminio. Ha avuto momenti un po’ più tranquilli in cui ci sterilizzavano soltanto, in paesi civili come Svizzera e Svezia dal dopo guerra fino al ‘ 76. Ora è un momento di picco in Europa, ma noi siamo 12 milioni e certo non aspetteremo che ci succeda quello che ci è successo decenni fa.

Se tu incontrassi Mauro Antonini, segretario regionale Lazio di Casa Pound che è sempre presente a questi picchetti, che cosa gli diresti?

Con i fascisti non si parla. Mi aspetto che il mio Stato difenda me e la mia gente. Con quelli che fanno il saluto romano come quelli che hanno sterminato mezzo milione di noi non abbiamo nulla da dire. Sono persone violente che ora si sentono legittimate di alzare la testa dopo tanti anni perché appoggiate dalle istituzioni.