Un detenuto di origine albanese è stato sorpreso con un telefonino mentre era on line su Tik tok. Un altro, di etnia rom, è stato scoperto con 2 cellulari. Un agente inoltre è stato colpito da un detenuto con una testata e ancora sono stati recuperati hashish e cocaina, per oltre 80 grammi, nei pressi del carcere, probabilmente destinati ai detenuti. Questo in sintesi il resoconto degli ultimi giorni nel carcere di Castrogno a Teramo, a denunciarlo il sindacato autonomo polizia penitenziaria. «È sempre grazie all'alta professionalità dei baschi azzurri di Teramo che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna dell'istituto», ha dichiarato Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sappe sottolineando che senza un immediato intervento dell'Amministrazione penitenziaria sarà sempre più difficile garantire la legalità e la sicurezza nei penitenziari italiani.

«Un detenuto albanese è stato sorpreso dagli agenti in flagranza di reato nella mentre con un telefono cellulare chattava sulla piattaforma Tik tok mentre altri 2 telefonini sono stati rinvenuti dietro a delle mensole nella cella occupata da un detenuto di etnia rom. Ancora 56 grammi di hascisc e 26 di cocaina sono invece stati rinvenuti occultati nella zona antistante l'istituto, sicuramente destinati allo spaccio interno», ha aggiunto il sindacalista denunciando che sabato sempre nella Casa circondariale della val Vibrata «nel reparto sanitario del carcere un detenuto rumeno, senza alcun problema sanitario e con fine pena 2049 che già ha tentato di aggredire un ispettore, ha dato una testata sul volto di un agente provocandogli una frattura composta del setto nasale con 10 giorni di prognosi - ha continuato - Siamo sconcertati dall'assenza di provvedimenti in merito da parte del Prap e del Dap contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti». Pallini ha sollecitato l'intervento del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che è stato in visita all'istituto teramano il 29 aprile: «E’ urgente l'adozione di quei provvedimenti che ci aveva garantito contro i detenuti», ha concluso. 

«Quel che è avvenuto nel carcere di Teramo porta alla luce le priorità della sicurezza, spesso trascurate, con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, specie rispetto a soggetti che non perdono occasione per creare problemi all'ordine ed alla sicurezza interna durante la detenzione». Ha evidenziato Donato Capece, segretario generale del Sappe che ha ricordato, nell'esprimere solidarietà alla vittima e al personale operativo a Castrogno, che «la polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell'attività di contrasto all'introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori - per il Sappe - è urgente e non più differibile trovare soluzioni al personale che opera sotto organico e con mille difficoltà nel carcere di Teramo e, nonostante tutto, garantisce al meglio i compiti di sicurezza - ha concluso - Sollecitiamo un intervento dei vertici dell'Amministrazione penitenziaria».