Nel carcere di Parma c’è un detenuto con la sindrome di Brugada. La sindrome di Brugada è una rara patologia del cuore caratterizzata da un’alternazione dell’attività elettrica del cuore, che può causare anche l'arresto cardiaco. In un numero discreto di casi la sindrome di Brugada è dovuta a una mutazione genetica ma più spesso però ha un'origine che i medici ancora non riescono a spiegare.

Questo disturbo cardiaco è difficile da diagnosticare, per individuarla serve spesso un esame elettrocardiografico particolare. Non esiste una cura per tale sindrome tuttavia è possibile controllarne le conseguenze con un defibrillatore impiantabile.

Ma facciamo un passo indietro. Casella Settimo, il 2 febbraio 2021 è entrato in carcere nonostante la relazione del medico legale che lo seguiva a Palermo evidenziasse che il paziente è a elevatissimo rischio di morte; il carcere non e un luogo idoneo al soccorso di un arresto cardiaco che si verificherebbe quasi certamente di nuovo come già accaduto in precedenza; Il regime detentivo forzato rappresenta uno stimolo adrenergico di elevatissima intensità aumenta il rischio di morte improvvisa del 300%, “Pertanto il regime carcerario si ritiene assolutamente incompatibile con lo stato di salute del soggetto”.

È entrato in carcere al Pagliarelli, trasferito a Messina e Gazzi, i dirigenti sanitari non hanno mai preso in considerazione la relazione del medico legale, come se la patologia sparisse da un giorno all’altro! In quanto il signor Casella non avendo il denaro per le visite non ha potuto aggiornare la cartella clinica, ebbene si, perché la sindrome di Brugada non rientra nella lista delle patologie che hanno diritto all'esenzione.

A fine settembre, Casella è stato trasferito nel carcere di Parma per riavvicinamento colloqui, peccato che si è sentito male e si trovi nell’azienda ospedaliera dell’università di Parma ricoverato dal 29 ottobre 2022. Il dottore da quanto riferito dai familiari ha escluso il ritorno in carcere senza monitoraggio al cuore. L’ospedale ha richiesto il Consiglio urgente, che si terrà il 15 dicembre e sarà la sorveglianza di Bologna a decidere se rimandarlo in carcere o agli arresti domiciliari.