L'avvocato Wilmer Perga, legale di Susan John, la detenuta di 42 anni morta nel carcere di Torino dopo non aver mangiato né bevuto per tre settimane, si chiede perché la sua assistita non sia stata ricoverata, andando “oltre” il suo rifiuto. «Il 6 luglio la Cassazione ha respinto il nostro ricordo e confermato la condanna. Lei era presente in aula. Ho chiesto al suo compagno se, quando sono andati a casa per prenderla e portarla in carcere, avesse avuto particolari reazioni - è il racconto del legale all'AGI -. Nessuna reazione particolare a parte il desiderio che ha espresso alle forze dell'ordine di andare in Nigeria. Una settimana fa mi ha chiamato un'ispettrice della polizia giudiziaria per dirmi che era preoccupata perché non mangiava. Due, tre giorni fa è arrivata la chiamata della direttrice del carcere che mi manifestava la sua preoccupazione per il prolungato digiuno».

Secondo l'esperto avvocato torinese, «la mia assistita andava curata. Non stava facendo una battaglia “politica”, semplicemente non mangiava né beveva e quindi andava considerata come una malata da curare. Ricordiamo che Cospito, a un certo punto del suo sciopero, venne ricoverato». La donna peraltro era in un reparto destinato a detenuti con problemi psichiatrici. €Questo io non lo sapevo - prosegue Perga - quindi si sarebbe potuto pensare anche a un tso. Perché non è stata ricoverata? Mi sembra incredibile...Eppure ho apprezzato molto l'interessamento, molto raro in questi casi, della direttrice che mi ha chiamato. Poi non so cosa sia successo ma andremo fino in fondo».