«La serie di violenze di queste ore, così come già la busta con proiettile al Pg di Torino, confermano che c'era un fondamento nell'adozione del 41 bis su Cospito». Lo afferma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro in un'intervista a "La Repubblica".

La Cassazione, il 7 marzo, deciderà su Cospito in base alla sua storia: «Difatti. Sono piani diversi. C'è l'umana difficoltà di Cospito, che come tutti i detenuti è una persona, la cui salute va tutelata con ogni mezzo, mentre lo si deve giudicare in autonomia. E poi l'altro piano: l'azione di contrasto alla rete di attentati eversivi, minacce, legata agli atteggiamenti di Cospito».

Per il sottosegretario quella rete «è influenzata», «esiste un collegamento: non è solo la mia lettura». Questi gravissimi fatti «dimostrano che chi ha deciso di infliggere il carcere duro a Cospito aveva visto giusto nel ritenerlo ancora un leader, un riferimento forte per una vasta compagine anarchica ritenuta pericolosa», sottolinea Delmastro.

Il 41 bis a Cospito «non è stato applicato subito per i delitti commessi, ma dopo la verifica del fatto che lanciava segnali esterni e chiedeva azioni rivoluzionarie e distruttive, criticando persino gli anarchici che non sposavano la linea del terrore. Ecco, rispetto a tutto questo, dico: lo Stato non si può piegare ai ricatti. Anche perché c’è un altro elemento inquietante da non sottovalutare», conclude il sottosegretario.