«La decisione di inserire le norme sull’equo compenso per le prestazioni legali anche all’interno della legge di Stabilità attesta ancora una volta la piena sintonia tra il Parlamento e l’intera compagine governativa sulla volontà di dare certezza all’approdo finale del testo». A dichiararlo è il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin, che interviene così sul ‘ doppio binario’ assicurato dalla Camera e dall’esecutivo alle norme che tutelano gli avvocati nei confronti di banche, assicurazioni e grandi imprese. «È evidente come i tempi stretti della legislatura suggeriscano di procedere intanto con il doppio iter per poi privilegiare quello che arriverà più rapidamente alla conclusione», aggiunge il presidente dell’organismo di rappresentanza istituzionale dell’avvocatura. Proprio oggi la commissione di Giustizia della Camera riprenderà l’esame del provvedimento: il relatore Giuseppe Berretta ( Pd) esprimerà il parere sugli emendamenti, che saranno messi in votazione nella seduta di domani. «C’è disponibilità ad accogliere alcune modifiche, nell’ottica di assicurare rapidità all’iter», dichiara Berretta al Dubbio. «Obiettivo che rende complicato allargare ai rapporti con la Pa l’ambito soggettivo di applicazione: farlo vorrebbe dire attendere la verifica del ministero dell’Economia sugli oneri di spesa che ne deriverebbero», aggiunge il deputato. Una prospettiva considerata ragionevole anche da Mascherin: «Il testo all’esame di Montecitorio è da considerarsi positivo, così come positiva è la valutazione sulla versione inserita nel ddl Stabilità, in cui compaiono due modifiche. Prima di ogni altro aspetto», osserva il presidente del Cnf, «è importante che entrambe le formulazioni portino in sé il principio dell’equo compenso in favore dell’avvocato. Mi pare evidente», conclude Mascherin, «che governo e Parlamento abbiano fatto una scelta politica, dunque non vedo il motivo per cui possano contraddire questa scelta e la forte aspettativa, ormai ampiamente maturata, di 240mila avvocati».