Si è aperta in questi giorni una accesa discussione all'interno dell'Associazione Nazionale Magistrati su quale "linea" tenere dopo la pubblicazione dell'ormai celebre scatto fetish che ritrae la pm tranese Simona Merra intenta a farsi baciare il piede dall'avvocato Leonardo De Cesare. La prima, fino a che non si è astenuta, nel pool di magistrati che indaga sull'incidente ferroviario della tratta Bari-Barletta dove il 12 luglio scorso persero la vita 23 persone, il secondo, legale del capostazione di Andria Vito Piccaretta, uno dei principali indagati per il disastro ferroviario.Sulla "difesa ad oltranza" della collega non c'è stata, come in passato per altri casi simili che hanno suscitato clamore mediatico, unanimità all'interno del Comitato direttivo centrale dell'Anm. Tant'è che il comunicato con cui si "scaricava" la responsabilità di quanto accaduto a livello mediatico sul magistrato autore dello scatto che con il suo comportamento avrebbe creato discredito, è stato fatto a livello locale dalla sottosezione di Trani.Nonostante nel parlamentino delle toghe sia attualmente presente una giunta unitaria che racchiude in se tutte le correnti della magistratura, su certi tematiche le differenze di vedute restano insormontabili. Al riguardo neppure il presidente nazionale Piercamillo Davigo, eletto per acclamazione, è riuscito in questi mesi a trovare un punto di mediazione.Tornando al comunicato, erano per il no Magistratura Indipendente, buona parte di Unicost e, pur con alcuni distinguo, Autonomia&Indipendenza, la corrente del presidente. Compatta per il sì Area.Nodo del contendere, emerso in tutta la sua forza, l'attuale tendenza di alcuni gruppi dell'Anm a sostituirsi alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura e alla Procura Generale della Cassazione. Unici competenti per legge a valutare i profili di incompatibilità e disciplinari delle toghe.Sul punto si segnala una ferma posizione proprio di A&I che ha sollecitato per la prossima giunta l'avvio di una seria riflessione su quali devono essere i limiti dei comportamenti censurabili delle toghe. Con il chiaro scopo di arrivare ad una maggiore stretta per quanto concerne le "esternazioni pubbliche" dei magistrati. Qualora fosse, questa funzione ultronea da parte del sindacato delle toghe non potrebbe non destare grande preoccupazione.Oltre a dar vita, di fatto, ad un nuovo organismo competente a valutare i profili disciplinari dei magistrati, si assisterebbe per la prima volta in Italia alla creazione di una "giustizia sindacale" di tipo strettamente autoreferenziale. Addirittura in contrasto con il quadro normativo il quale prevede che gli illeciti disciplinari delle toghe siano tipizzati per legge.Già adesso, comunque, la sezione disciplinare del Csm ha "armi spuntate". Come disse in una intervista a Il Dubbio qualche settimana fa il laico Pierantonio Zanettin, a proposito della vicenda del crac Banca Etruria e dell'incompatibilità del Procuratore di Arezzo Roberto Rossi nel condurre quell'indagine, il Plenum è spesso portato a "salvare" le toghe. Soprattutto quando si tratta di inosservanza al dovere di astensione.Attribuendosi l'Anm il potere di valutare le condotte dei propri associati significherebbe legittimare ancora di più le degenerazioni del sistema correntizio della magistratura. Con la rincorsa da parte dei magistrati a cercare "protezione" prendendo la tessera di una corrente.Su questa partita si segnala fin da ora la contrarietà di Mi. Anche Unicost per mezzo del segretario generale dell'Anm Francesco Minisci sarebbe contraria. La decisione finale spetterà, come sempre, al presidente Davigo che in questa battaglia "moralizzatrice" ha da oggi anche un "alleato di peso", il settimanale Famiglia Cristiana che questa settimana riporta un duro editoriale contro il Pm di Trani e certe sue dichiarazioni di dubbio gusto: "Per un magistrato il decoro vale sempre".