Ieri mattina, 18 marzo, si è svolta la prima udienza in videocollegamento al tribunale di Bologna. Si tratta di una convalida di arresto e alla videoconferenza hanno preso parte tutti: giudice, pubblico ministero, avvocati, imputato e forze dell'ordine. I sistemi utilizzati nel tribunale emiliano sono quelli messi a disposizione dal Ministero della Giustizia, ma le udienze possono essere svolte anche sui supporti multimediali privati dei giudici, nel rispetto delle norme contenute nel decreto sull'emergenza coronavirus. Nei giorni scorsi, anche al Tribunale di Agrigento si sono svolti i primi esperimenti di udienza via Skype. In questo caso si è trattato di un'udienza civile per il procedimento di affidamento tutelare di un minore. Il giudice ha incontrato virtualmente avvocati e parti e lo ha fatto da casa sul proprio pc personale, dopo che i tecnici hanno attivato i programmi necessari. Così è stato redatto anche il verbale d'udienza. Dal 10 di marzo, il sistema è invalso anche presso la Corte d'Appello di Venezia. Dal 9 marzo, invece, il Tribunale di Milano ha reso funzionante la videoconferenza tra il tribunale e il carcere di San Vittore, per provvedere alle convalide di arresto o fermo e agli interrogatori di garanzia.

il caso di Cremona

Al Tribunale di Cremona, addirittura, si è svolta un'udienza con 22 avvocati collegati in contemporanea via Skype per la maxi operazione del Nas su un traffico illegale di farmaci con 18 imputati. Il giudice dell'udienza preliminare ha organizzato il tutto e ha permesso che tutti i difensori si connettessero dai loro uffici, per altro dislocati in di diverse provincie italiane, insieme con il pm. Inoltre a tutti è stato dato modo di accedere al fascicolo processuale digitale in formato pdf, di depositare e allegare documenti in tempo reale e di verificarele firme digirali. Non solo, mentre la discussione proseguiva, sulla pagina skype erano attivati i sottotitoli e il cancelliere condivideva lo schermo e il verbale. Quanto al metodo di discussione, gli avvocati chiedevano la parola alzando la mano, approvavano o cotestavano la decisione con un pollice e chiedevano riti alternativi risponendendo a un sondaggio attivato dal giudice. L'udienza digitale di Cremona è stata approntata grazie al lavoro del giudice Pierpaolo Beluzzi con il contributo dei suoi studenti del corso di “sistemi digitali per il processo” dell’Università Cattolica facoltà di Giurisprudenza della sede di Piacenza.