Tutti gli analisti sono concordi. Attraverseremo un momento difficile dal punto di vista energetico, tanto da far ipotizzare possibili razionamenti nella fornitura, ivi compresa la corrente elettrica, e addirittura blackout. Come abbiamo già visto con l’emergenza covid 19, tra l’altro ancora non scongiurata, il carcere è quello che subisce di più, tanto da aver provocato violente rivolte. Ancora una volta il sistema penitenziario si ritroverà impreparato? Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, chiede al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ( Dap) se è stato attivato un piano di intervento, onde evitare l’irreparabile.

Nel Pnrr sono 58 gli interventi di edilizia giudiziaria e penitenziaria

Il problema della fornitura elettrica e termica nelle carceri, di fatto era già persistente. Non di rado avvengono guasti, e si creano tensioni. I costi poi sono altissimi, tanto che nel passato, le forniture di acqua, luce, gas, energia elettrica, combustibili da riscaldamento, hanno determinato spese correnti insostenibili, che solo con l’artificioso rinvio delle liquidazioni da un esercizio all’altro sono state onorate. Non è un caso che con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono 58 gli interventi di edilizia giudiziaria e penitenziaria distribuiti su tutto il territorio nazionale. Le attività sono prevalentemente indirizzate all’efficientamento termico e al risparmio energetico degli edifici giudiziari e al miglioramento dell’edilizia penitenziaria. Ma parliamo di un discorso a lungo termine, senza dimenticare che in Italia abbiamo 198 carceri, la maggior parte vecchie e quindi con maggiore dispersione energetica.

La Uilpa: razionamenti e riduzioni di energia sarebbero motivo di allarme

Ma ritorniamo all’allarme lanciato dalla Uilpa. «La probabile recrudescenza della curva dei contagi da Covid- 19, il caro vita con possibili tensioni sociali e, soprattutto, la crisi energetica che potrebbe mettere a rischio la fornitura di basilari servizi nelle carceri, come l’illuminazione, i riscaldamenti, l’acqua calda e, persino, la preparazione dei pasti, rischiano di causare gravissime difficoltà per la tenuta dell’intero sistema penitenziario e d’innescare una miscela esplosiva ancora peggiore di quella vissuta nel marzo del 2020, che provocò 13 morti, centinaia di feriti e devastazioni», denuncia il segretario De Fazio, sottolineando che è palese «che se vi fossero razionamenti di fonti energetiche e addirittura interruzioni alla fornitura della corrente elettrica, così come carenza di carburante per gli automezzi, andrebbero in crisi sia la già risicata sicurezza penitenziaria, sia i servizi minimi da fornire all’utenza detenuta».

Per questo osserva che è di vitale importanza, e non solo metaforicamente, allora, che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e tutte le sue articolazioni centrali e periferiche non si facciano cogliere nuovamente impreparati ad accadimenti comunque prevedibili.

La Uilpa, per quanto accennato e nella speranza che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e tutte le sue articolazioni centrali e periferiche non si facciano cogliere nuovamente impreparati ad accadimenti comunque prevedibili, chiede al capo del Dap Carlo Renoldi di sapere con somma urgenza se siano stati condotti studi e rilevazioni compiute in merito al fabbisogno energetico di tutti gli edifici, le strutture, gli automezzi e quanto necessario a garantire la funzionalità e la continuità dei servizi istituzionali e se sia stato approntato o meno un piano d’intervento da attuare in caso di bisogno.