È numerosa e molto assortita la delegazione di Busto Arsizio che si è recata a Roma per partecipare alla celebrazione del Giubileo dei carcerati e delle loro famiglie. La delegazione lombarda è quella più numerosa: grande lavoro per i giudici di sorveglianza di Varese per permettere ai detenuti di partecipare alla messa del Papa. Don Silvano Brambilla, l’infaticabile cappellano della casa circondariale, con l’aiuto dei volontari ha organizzato tutto fin nei minimi particolari ed ha messo insieme il gruppo di detenuti, persone in misura alternativa, volontari, responsabili ed operatori dell’istituto. L’emozione è palpabile ed il programma intenso: non manca lo striscione di saluto al Pontefice, come si legge sul portale di VoceLibera, la rivista del carcere di Busto Arsizio, diretta da Claudio Bottan. Al Papa sarà consegnata anche una chiave di cioccolato, realizzata nella cioccolateria della casa circondariale.Determinante il placet del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Grazia e di Giustizia e dell’Ispettorato generale dei Cappellani. Lo sottolinea Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione: “Questa fattiva collaborazione ha permesso che i detenuti di tutte le categorie possano essere rappresentati in San Pietro. Ci saranno, quindi, minori, persone in alternativa al carcere sul territorio, persone in detenzione domiciliare e detenuti definitivi con condanne diverse… Insomma, una presenza vera che segna un reale impegno per offrire un futuro e una speranza oltre la condanna e la durata della pena”. Sei detenuti hanno svolto il loro servizio come volontari del Giubileo: “Un’esperienza intensa vissuta da tutti con spirito di genuino impegno e responsabilità”, ha commentato Fisichella. Nella giornata di sabato, i partecipanti hanno avuto la possibilità di confessarsi e di compiere il pellegrinaggio verso la Porta Santa di San Pietro attraversando il percorso di via della Conciliazione, per prepararsi alla celebrazione domenicale, caratterizzata da quattro testimonianze: un detenuto che in carcere ha sperimentato l’esperienza della conversione parlerà insieme alla vittima con la quale si è riconciliato; il fratello di una persona uccisa che si è fatta strumento di perdono; un ragazzo minorenne che sta scontando la sua pena e, infine, un agente della Polizia Penitenziaria, che quotidianamente è a contatto con i detenuti. Le testimonianze saranno accompagnate da musiche e canti realizzate dal Coro Papageno, composto da volontari e detenuti della Casa Circondariale “Dozza” di Bologna. Il servizio liturgico sarà svolto dai detenuti, e le ostie che saranno utilizzate per la Messa sono state prodotte da alcuni detenuti del carcere di Opera di Milano. Per la celebrazione, esposto per la prima volta il Crocefisso restaurato di recente ad opera del Capitolo della Basilica. Un Crocefisso ligneo del XIV secolo che, tolto il primo Giubileo del 1300 di Papa Bonifacio VIII, ha di fatto visto tutti i Giubilei della storia fino ad oggi. Accanto alla croce, esposta la statua della Madonna della Mercede, protettrice dei prigionieri. L’Angelus domenicale sarà come sempre recitato dal Palazzo Apostolico e i detenuti vi parteciperanno in un settore della piazza.