Dopo giorni di discussione, il Plenum ha finalmente terminato l'esame degli emendamenti allla delibera per la riforma del regolamento interno del Consiglio Superiore della Magistratura. Il testo verrà votato lunedì in seduta straordinaria alla presenza Capo dello Stato Sergio Mattarella, che aspettava in realtà da almeno tre mesi di veder fissata la riunione per suggellare il definirtivo via libera. «Sono molto soddisfatto del lungo e proficuo lavoro di confronto sugli emendamenti al nuovo regolamento interno che - ha sottolineato il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini - ha consentito di introdurre rilevanti novità sulle regole di funzionamento del Consiglio nella direzione della trasparenza, dell'efficienza e della collegialità. Cito, tra tutte, le nuove norme sulle nomine a pacchetto che vengono definitivamente superate e - ha spiegato - sulla pubblicità dei lavori delle commissioni che si occupano del conferimento degli incarichi». Legnini ha ringraziato «i relatori Ercole Aprile e Renato Balduzzi e tutti i consiglieri nessuno escluso».L'attuale consiliatura, come si ricorderà, aveva deciso di riscrivere integralmente il testo del regolamento interno. Che, a parte qualche modifica, era rimasto sostanzialmente immutato dalla fine dal 1988. I punti più controversi sono stati, appunto, la pubblicità dei lavori nelle Commissioni e le "nomine a pacchetto", cioè quelle che vengono votate quando si assegnano più posti per un medesimo ufficio, pubblicati in un unico bando. Se per l'attività delle Commissioni, in particolar modo per quella che si occupa delle nomine dei capi degli uffici, attualmente a porte chiuse, a richiesta di due componenti sarà ora possibile conoscerne lo svolgimento dei lavori, sulle nomine a pacchetto gli emendamenti approvati non hanno soddisfatto i togati di Magistratura indipendente e i laici di centrodestra, che si erano fatti paladini della battaglia sulla trasparenza e contro la "deriva" correntizia. Su questo particolare aspetto «con il ballottaggio si complicano le cose, le votazioni potranno essere infinite», rileva il togato Claudio Galoppi. «La valutazione che ora si deve fare - sottolinea il laico Antonio Leone - è vedere se nel complesso la riforma ha raggiunto l'obiettivo che il Csm si era prefissato. Secondo me sulle nomine a pacchetto non cambia nulla e non si raggiungono neanche gli obiettivi della certezza dei lavori e dell'organizzazione».Nel pomeriggio è stato, poi, votato il parere sul decreto che proroga l'età pensionabile solo per i vertici della Cassazione. Bocciatura senza sconti per evidenti profili di incostituzionalità, dato che i magistrati si differenziano fra loro solo per funzioni e non per incarico. Il presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, "beneficiario" del decreto, non ha partecipato al Plenum. Sul punto, sempre nella giornata di ieri, si segnala anche l'incontro di una rappresentanza dell'Anm con il ministro Andrea Orlando al quale è stato chiesto che, in sede di conversione del decreto, si faccia parte attiva per la reintroduzione dell'età pensionabile a 72 anni per tutti. Il ministro della Giustizia ha, comunque, già fatto presente che nel dibattito parlamentare si troverà un punto d'incontro. In Commissione Giustizia della Camera sono stati presentati ad oggi 115 emendamenti, molti dei quali favorevoli all'innalzamento dell'età pensionabile da 70 e 72 anni.