A MILANO DUE TOGHE DI AREA IN CAMPO SENZA ASPETTARE LE PRIMARIE

GIOVANNI M. JACOBAZZI

“Overbooking” di candidati alle prossime elezioni del 17 e 18 settembre per la componente togata del Consiglio superiore della magistratura. Chi pensava che lo scandalo abbattutosi sulla magistratura dopo il “Palamaragate” avesse inciso in qualche modo sulla voglia delle toghe di candidarsi al Csm, ha fatto male i conti. Pur non essendo ancora scaduti i termini per presentare le candidature, il quadro che si sta delineando in questi giorni è quello di un “affollamento” di candidati mai visto prima, soprattutto per il collegio con sistema proporzionale, dove peraltro non si escludono candidature a sorpresa dell'ultima ora.

Ma le sorprese non mancano anche nei quattro collegi binominali per i giudicanti e nei due, sempre binominali, per i requirenti. Ad esempio, è di questo fine settimana la notizia clamorosa che, senza l’avallo della dirigenza nazionale, due toghe progressiste, la giudice Luisa Savoia ed il pm Roberto Fontana, entrambi in servizio al palazzo di giustizia di Milano, hanno deciso di candidarsi alle elezioni di settembre. Area, il gruppo progressista della magistratura, avrebbe dovuto decidere le candidature di tutti i collegi con il meccanismo delle primarie, in calendario il 7 e l’ 8 luglio prossimi. Primarie alle quali Savoia e Fontana hanno però deciso di non partecipare. Una fuga in avanti che non è stata accolta con piacere dal gruppo dirigente di Area, secondo cui «la rappresentanza consiliare non può essere affidata a chi fa i “capricci” e punta i piedi, ma solo a chi accetta di essere designato mediante un metodo democratico di selezione interna».

La decisione delle due toghe, in particolare, ' danneggia' la magistratura progressista milanese che da sempre ha espresso propri rappresentanti al Csm, caratterizzati da un ' altissimo