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Tutto scontato? Macché. A poche ore dal plenum decisivo di lunedì, la nomina del nuovo procuratore di Milano sarebbe unautostrada spianata per Francesco Greco se non ci fossero in mezzo un sacco di svincoli. Leggasi altre nomine che il Consiglio superiore della magistratura è chiamato a operare per il capoluogo lombardo. Nellordine si tratta di: un posto da presidente della Corte dAppello, uno di presidente del Tribunale di Sorveglianza, quello di presidente del Tribunale per i minorenni, lincarico di aggiunto allUfficio Gip e ben 6 posti di presidente di sezione fra penale e civile. Era facile, era a portata di mano lintesa su Greco fra Area e Unicost. A complicare laccordo tra le due correnti togate più numerose al Csm è proprio quella corsia preferenziale individuata per lufficio dei pm. Lunedì bisognerà di sicuro trovare un nome per la Procura della Repubblica. Gli altri eventualmente possono attendere.La fretta di scegliere il successore di Edmondo Bruti Liberati, che peraltro ha lasciato lincarico scoperto da più di 6 mesi, è dovuta allimminenza delle elezioni amministrative e in particolare del voto per il nuovo sindaco di Milano. Scegliere il capo della Procura quando sarà già noto il nome del nuovo primo cittadino è inopportuno, dal punto di vista del vicepresidente Giovanni Legnini, e dargli torto pare difficile. È per questo che dieci giorni fa il numero due di Palazzo dei Marescialli ha sollecitato il Consiglio superiore a individuare una data immediatamente successiva alla settimana bianca del Csm (quella che si conclude domani). Non dovevano esserci plenum e invece ne è stato fissato uno straordinario proprio per votare il nuovo capo dei pm prima che i cittadini scelgano il successore di Pisapia. Così però diventa difficilissimo trovare un accordo complessivo su tutto il pacchetto di nomine da definire per il capoluogo lombardo.Il via libera a Greco era legato agli equilibri che le rimanenti scelte, appunto, avrebbero potuto assicurare. Ma il tempo di valutare i candidati per tutti quegli incarichi non cè stato. E a questo punto tra Area, Unicost e le altre componenti del Csm le intese sono in alto mare.È questo complicato scacchiere a fare sì che Francesco Greco sia un po meno sicuro della vittoria, a poche ore ormai dalla partita decisiva. Procuratore aggiunto nello stesso ufficio, il magistrato che ha condiviso lesperienza del pool di Mani pulite insieme con il presidente dellAnm Davigo e lattuale aggiunto di Roma Ielo ha ottenuto il maggior numero di preferenze in commissione Incarichi direttivi: tre, tutte targate Area, lalleanza di cui fa parte anche la corrente di Greco, ovvero Magistratura democratica. Un voto è andato a un altro aggiunto di Milano, Alberto Nobili: a concederglielo è stato Claudio Galoppi, togato della corrente conservatrice, Magistratura indipendente. E poi cè quello che in apparenza poteva apparire un nome di prestigio chiamato in causa solo per far pesare ad Area la responsabilità della scelta: Giovanni Melillo, attuale capo di gabinetto del guardasigilli Andrea Orlando. Una figura di grande equilibrio, che avrebbe lapparente svantaggio, rispetto agli altri due contendenti, di non essere già dentro la Procura milanese. Una condizione il cui segno può essere però ribaltato proprio dalla difficoltà dellaccordo tra Area e Unicost (che in commissione preferì astenersi).Melillo è stato votato in prima battuta dalla laica di area centrodestra Elisabetta Alberti Casellati. «Un modo per aprire una pagina nuova in quellufficio», dice lei. Melillo ha presentato daltronde in modo non casuale la propria candidatura: è davvero pronto a misurarsi con una sfida molto complicata come quella della successione a Bruti Liberati. Dal voto in commissione che lo ha inserito nella griglia dei finalisti, si è verificato un altro passaggio critico, per i rapporti tra Area e Unicost: la divaricazione sulla campagna referendaria. La corrente centrista invita i magistrati alla prudenza nelle dichiarazioni. Il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, che del gruppo Unicost è un esponente di grande rilievo, ha detto di preferire il «riserbo». Una delle due anime di Area, la più militante Md, vedrà invece diversi suoi esponenti darsi molto da fare per il no. È una divergenza che potrebbe avere dei riflessi proprio nel decisivo voto del plenum di lunedì. E se davvero Unicost non fosse disposta a spalancare le porte a Greco, il nome di Melillo sarebbe il più praticabile proprio per la sua estraneità agli equilibri della Procura. Sarebbe il papa straniero sul quale potrebbe cementarsi unalleanza alternativa. E che, come dice Casellati, aprirebbe davvero una nuova era a Palazzo di Giustizia.