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Nicola Cosentino è stato condannato a nove anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere dopo circa 5 ore di camera di consiglio. La prima sezione penale del collegio C del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato l'ex sottosegretario dell'Economia e coordinatore regionale campano del Pdl per concorso esterno in associazione mafiosa, escludendo l'ipotesi di riciclaggio per il presunto cambio di assegni, comminando anche una interdizione dai pubblici uffici per il periodo della condanna e una restrizione alla libertà vigilata di due anni da scontare dopo la pena. Cosentino ha seguito in aula l'ultima udienza del lungo processo Eco4, dal nome della società che si occupava della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in diversi comuni del Casertano, che si è aperta con la replica del pm Alessandro Milita e le contro repliche degli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro. Il presidente del collegio Gianpaolo Guglielmo con i giudici a latere Rosaria Dello Stritto e Pasquale D'Angelo ha letto il dispositivo alle 18. In aula al momento del verdetto non era presente l'ex sottosegretario e nemmeno i due figli che hanno preferito andare via per la troppa tensione accumulata. Le condotte contestate a Cosentino da parte del collegio C arrivano fino all'8 dicembre del 2005. Per la procura, invece, le condotte di reato sarebbero andate avanti fino a poco tempo fa. Il tribunale dunque ha addebitato all'ex deputato l'accusa più grave, ovvero essere stato il referente politico del clan dei Casalesi. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.Facce incredule per gli avvocati di Nicola Cosentino, Stefano Montone e Agostino De Caro, alla pronuncia di condanna a 9 anni per concorso esterno del loro assistito. I due difensori che si sono dati un abbraccio di conforto poco prima della lettura del dispositivo, non hanno voluto rilasciare particolari dichiarazioni ai giornalisti presenti in aula, limitandosi a dire: "Leggeremo la sentenza e valuteremo. Un fatto è certo: questa condanna non ci convince perchè per noi Nicola Cosentino non ha commesso il reato di concorso esterno. Quando si portano in aula 200 testi per valutare un fatto non si giudica più il fatto, ma il fenomeno".