Alla Corte costituzionale si torna alle udienze da remoto. Una possibilità prevista fino al 31 gennaio 2021, su scelta volontaria di giudici e avvocati che non possano partecipare dal vivo, per evitare che la seconda ondata dei contagi possa influire sui lavori della Corte e comportare rischi per gli operatori del diritto. A stabilirlo è il presidente della Corte Costituzionale Mario Rosario Morelli, che ieri ha diffuso una nota con la quale ha annunciato la possibilità di udienze da remoto, così come era accaduto durante il lockdown, evitando, dunque, di bloccare i lavori della Consulta in caso di problemi legati al pericolo contagi.

A partire dal 20 ottobre e fino a fine alla data fissata dal governo come nuovo termine per l’emergenza, i singoli giudici e gli avvocati potranno partecipare all’udienza pubblica mediante collegamento da casa, «qualora ragioni legate all’emergenza epidemiologica da Covid- 19 impediscano loro di essere presenti alla Corte costituzionale». Il decreto è stato emanato ieri in conformità a quanto deliberato dal collegio, che già nei giorni scorsi, a seguito del prolungarsi dei tempi necessari per la sanificazione dei luoghi e per la profilassi sanitaria del personale, aveva riattivato l’indirizzo pec emergenziale per la trasmissione degli atti processuali, a partire da lunedì 5 ottobre e fino a data da destinarsi.

«Il decreto è stato adottato per contribuire al contrasto dell’emergenza da Covid 19 - si legge nel documento pubblicato sul sito della Consulta -, con particolare riferimento alla situazione epidemiologica della Corte, e per assicurare la continuità nonché il tempestivo esercizio della funzione di giustizia costituzionale, nel pieno rispetto del contraddittorio. Tenuto conto dell’autonomia della Corte e della specificità dei giudizi costituzionali, il decreto si inserisce nel solco di quelli precedentemente adottati durante l’emergenza sanitaria, riproponendo alcune misure già sperimentate e integrandone altre per garantire, in particolare, la trattazione delle cause in udienza pubblica». Proprio per tale scopo viene estesa la possibilità, finora prevista solo per la camera di consiglio, «che singoli giudici o avvocati partecipino all’udienza pubblica mediante collegamento da remoto». La richiesta deve pervenire alla Cancelleria entro le ore 12.00 del giorno precedente l’udienza e dev’essere autorizzata dal Presidente della Corte. «Tutti i decreti presidenziali emanati durante l’emergenza sanitaria sono pubblicati sul sito online e notificati sull’App della Corte. Si raccomanda quindi di consultare il primo e di scaricare la seconda», conclude il comunicato della Consulta. L'udienza pubblica fissata per ieri, intanto, è rinviata a nuovo ruolo, sempre per decreto del presidente della Corte. Il rinvio si è reso necessario in via cautelare a causa del protrarsi dei tempi per i tamponi rino- faringei effettuati a giudici e personale della Corte - dopo l'accertamento di quattro casi di infezione da Covid- 19 - e alla luce delle linee guida sanitarie che, come misura prudenziale, raccomandano ai contatti stretti di chi sia risultato positivo un isolamento fiduciario di 14 giorni, anche quando l'esito del proprio test immunologico sia negativo. «Nel rispetto delle richiamate linee guida - si legge sul sito della Consulta -, prosegue l'attività ordinaria della Corte costituzionale e dei suoi uffici».