Assolto dalla Cassazione l'ex senatore Tommaso Barbato, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli ermellini, accogliendo la tesi difensiva sostenuta dagli avvocati Francesco Picca e Claudio Botti, la Suprema corte ha annullato la sentenza pronunciata nel 2018 dalla Corte dAppello di Napoli che aveva stabilito una pena a sei anni di carcere, uno in meno rispetto a quanto stabilito in primo grado. «Mi sono sempre professato innocente ed è stato sancito dalla Cassazione - ha commentato Barbato in una nota -. Finisce un incubo. Non ho mai avuto dubbi che la Suprema Corte avrebbe accolto la tesi difensiva dei miei avvocati, Francesco Picca e Claudio Botti, che ringrazio per il lavoro svolto con impegno e professionalità, annullando quanto sentenziato dalla Corte dAppello di Napoli che, nel 2018, mi ha ritenuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa». Barabato ha quindi aggiunto: «Resto un uomo delle istituzioni, nonostante il calvario giudiziario subito, per questo ringrazio la magistratura inquirente e quella giudicante per la loro preziosa opera quotidiana a difesa della legalità e dei principi costituzionali. Ringrazio quanti mi sono restati vicini in questi anni difficili, senza mai nutrire dubbi sul mio conto. La mia esperienza mi sollecita ad invitare i cittadini a credere sempre nella giustizia, perché anche se in ritardo arriva». La vicenda era quella relativa laffidamento degli appalti in somma urgenza per la rete idrica campana tra il 2006 e il 2010: secondo la Direzione distrettuale antimafia, ad essere sistematicamente favorite erano le aziende vicine al clan dei Casalesi, sulla base di un presunto accordo tra Barbato, all'epoca funzionario in Regione nel settore della gestione dei servizi idrici, e Franco Zagaria (poi deceduto), cognato del boss Michele Zagaria. Una tesi che, però, non ha retto il vaglio della Cassazione, che ha rinviato gli atti alla Corte d'Appello di Napoli, sezione diversa da quella che ha già giudicato Barbato. Confermate, invece, le condanne per l'imprenditore Pino Fontana, per il carabiniere Alessandro Cerlizzi e per il finanziere Carmine Lauretano.