PHOTO
Il ministero della Giustizia mette ordine nei rapporti tra la giustizia minorile, il privato sociale e comunità di accoglienza. Il ministro Andrea Orlando ha trasmesso una direttiva al Capo del dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, Francesco Cascini. L'obiettivo è quello di assicurare economicità, trasparenza ed efficienza alle attività del dipartimento, che provvederà ad esercitare un'attenta vigilanza sul rispetto delle norme introdotte dal nuovo Codice degli Appalti nell'affidamento di servizi a cooperative o altri enti analoghi, dettagliando procedure e stabilendo percorsi di standardizzazione e contenimento dei relativi costi.I collocamenti in comunità disposti dall'autorità giudiziaria, chiarisce la direttiva, nel corso di procedimenti penali, dovranno essere effettuati dai Centri di Giustizia Minorile garantendo la massima trasparenza nella scelta della struttura secondo criteri obiettivi predeterminati, derogabili solo, previa autorizzazione del Dipartimento, in casi di necessità ed urgenza adeguatamente motivati.Per ricavare informazioni sullo stato di attuazione dei provvedimenti dell'Autorità giudiziaria, anche in ambito civile ed amministrativo, per l'inserimento di minori in strutture comunitarie, il Dipartimento procederà a una ricognizione dei risultati del potere ispettivo esercitato dalle procure della Repubblica presso i Tribunali per i minorenni. Parimenti, verranno assunte informazioni presso i Presidenti dei Tribunali per i Minorenni sugli esiti dell'attività di vigilanza sulle incompatibilità dei giudici onorari minorili previste dal Csm al fine di monitorare l'effettivo perseguimento degli obiettivi di trasparenza e buon andamento propri dell'amministrazione della giustizia.La direttiva ministeriale si è resa necessaria dopo una approfondita disamina della situazione in cui versa in questo momento storico il "mondo della giustizia minorile". Il ministro Orlando ha evidenziato che "il ricorso a operatori esterni dovrà essere tendenzialmente riservato alla realizzazione di specifiche attività progettuali finalizzate al recupero e al reinserimento dei minori e dei giovani adulti", invocando, consequenzialmente, la "massima trasparenza" nella esecuzione dei provvedimenti di collocamento di minori nelle comunità nell'ambito di procedimenti penali. Il Guardasigilli ha evidenziato la necessità e l'urgenza di "controlli costanti e diffusi sulla adeguatezza dei servizi di tutte le comunità prescelte dall'Autorità Giudiziaria minorile".