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Ora è ufficiale: sarà la sezione distaccata di Modugno la soluzione “emergenziale” per gli uffici giudiziari di Bari, che trasferiranno lì le attività dell’intero circondario nel caso in cui, entro il 30 settembre, i nuovi uffici del capoluogo non dovessero ancora essere disponibili. La firma alla convenzione è arrivata ieri in via Arenula, dove il guardasigilli Alfonso Bonafede aveva convocato le parti per superare la situazione creatasi a causa dell’inagibilità dell’edificio di via Nazariantz.
A firmare il documento, oltre al ministro, c’erano il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Bari Antonio Decaro e il presidente della Corte di Appello di Bari Franco Cassano, in qualità di presidente della Conferenza permanente presso la stessa Corte d’Appello barese. «La Convenzione permette di derogare alla naturale scadenza per l’utilizzo degli immobili delle ex sezioni distaccate - si legge in una nota - e indica inoltre le modalità relative al coordinamento delle attività finalizzate al suo utilizzo». L’ex tribunale di Modugno potrebbe anche non essere attivato, in quanto l’obiettivo del ministero è concludere il prima possibile la manifestazione di interesse e individuare la “soluzione ponte”. Intanto il decreto sul caso Bari, che prevede la sospensione di tutti i termini processuali, prescrizione compresa, fino al 30 settembre, approderà alla Camera mercoledì 11 luglio per la discussione generale e, nei giorni successivi, il via libera. Il 3 luglio, invece, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, Giovanni Stefani, verrà sentito in commissione Giustizia.
«Il ministro ci ha rassicurato sul fatto che la procedura per individuare la nuova sede è quasi stata completata ha commentato Decaro -. Tra gli immobili ce ne sono due che hanno compatibilità urbanistica e che potrebbero essere idonei. Noi, dal canto nostro, gli abbiamo ribadito la difficoltà di magistrati e avvocati a spostarsi tra Modugno e via Brigata Regina». Il ministro ha però confermato di voler chiudere la partita della scelta dell’edificio senza le procedure d’urgenza invocate dagli avvocati e magistrati, e ribadite due giorni fa dal coordinatore dell’Organismo congressuale forense, Antonio Rosa. «La soluzione individuata non è adeguata», aveva affermato, chiedendo a nome dell’avvocatura barese di «il conferimento di poteri speciali, senza i quali si rischia di finire in un pantano».