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Caro ministro della Giustizia, caro Andrea Orlando,in vista della Marcia per l'Amnistia, la Giustizia, la Libertà che si terrà domenica prossima 6 novembre e che sarà dedicata a Papa Francesco e a Marco Pannella, oggi è per me - e per i miei compagni del Partito Radicale Irene Testa, Maurizio Bolognetti e Paola Di Folco - il 24° giorno di sciopero della fame, mentre 11.463 detenuti (e le adesioni stanno crescendo) sostengono con due giorni di digiuno (5 e 6 novembre) l'obiettivo dell'amnistia e del nostro sciopero.Noi tutti chiediamo che, per non vanificare l'ottimo lavoro prodotto dagli Stati Generali dell'esecuzione penale da te fortemente voluti, si stralci dal disegno di legge sul penale, in discussione al Senato, la parte riguardante la Riforma dell'ordinamento penitenziario "per l'effettività rieducativa della pena che deve riguardare tutti i detenuti, nessuno escluso". È una questione di tempi, che non possono più essere disattesi se non vogliamo che l'esecuzione penale continui ad essere in violazione dei principi costituzionali italiani ed europei.Io so che tu sai:- che il sovraffollamento carcerario è molto superiore a quello ufficiale (105%) in quanto ci sono almeno 5.000 posti indisponibili per lavori in corso o perché inagibili; così come sai che a fronte di istituti quasi vuoti, ce ne sono altri super-affollati;- che ci sono istituti dove i detenuti sono costretti a svolgere i loro bisogni davanti ai loro compagni o agli agenti perché i wc sono a vista (vedi esposto da me presentato in Procura sul carcere di Pisa);- che molti istituti versano in condizioni strutturali che definire fatiscenti è poco, al di fuori di ogni regola di sicurezza sia per i detenuti che per chi in carcere lavora; le relazioni che semestralmente presentano le ASL sono puntualmente disattese;- che la salute in carcere è gravemente compromessa e il diritto alle cure è spesso negato (vedi recente congresso dei medici di medicina penitenziaria);- che la popolazione detenuta è composta in gran parte di tossicodipendenti e malati psichiatrici che andrebbero curati, seguiti e aiutati piuttosto che ristretti in cella con enorme aggravamento delle loro patologie;- che nel corso del 2015 sono transitate all'interno dei 195 istituti penitenziari italiani quasi centomila detenuti, per l'esattezza 99.446 soggetti. Sulla base di numerosi studi nazionali di prevalenza puntuale, si stima possano essere circa 5.000 gli HIV positivi, circa 6.500 i portatori attivi del virus dell'epatite B e circa 25.000 i positivi per il virus dell'epatite C (Congresso Nazionale SIMSPe-Onlus "Agorà Penitenziaria" 14 1 5 settembre scorso)- che la percentuale di detenuti che lavorano è bassissima e che i "fortunati" svolgono mansioni non professionalizzanti, percependo merce di infime e solo per un paio di mesi all'anno. Che sono non più di 1.600 (meno del 3%) in tutta Italia i detenuti che svolgono lavori veri e formativi come quelli che hai potuto mostrare al Presidente del Consiglio Renzi nel carcere di Padova;- che le possibilità di studio per i detenuti sono alquanto ridotte in numerosi istituti penitenziari;- che c'è una forte carenza di educatori, di psicologi (categoria ormai in via di estinzione), di direttori (molti di loro dirigono più istituti; non si fanno più concorsi da quasi vent'anni!), di assistenti sociali: come si può fare rieducazione e accesso alle pene alternative senza queste figure fondamentali?- che i magistrati di sorveglianza, anche loro sotto organico assieme al personale ausiliario e di cancelleria, non sono in grado di svolgere il loro lavoro e le prescrizioni previste per il loro ruolo dall'Ordinamento penitenziario totalmente disattese;- che la figura del mediatore culturale per gli stranieri è quasi inesistente, così compromettendo i loro diritti fondamentali in quanto non possono comunicare con nessuno;- che un'alta percentuale di detenuti vive lontano dai propri familiari, il principio della territorialità della pena è disatteso, la sofferenza che patiscono detenuti, figli anche minori, congiunti stretti, è incalcolabile. L'affettività è negata.- che le telefonate dei detenuti ai congiunti e agli avvocati sono concesse con il contagocce; che spesso e volentieri i detenuti devono scegliere se chiamare i familiari o l'avvocato; che mentre i telefoni fissi sono ormai un'eccezione nella vita degli italiani, si ostacola l'uso dei telefoni cellulari, unico mezzo per molti - e ancor di più per gli stranieri - di tenersi in contatto con i propri affetti; le chiamate visive a mezzo Skype costituiscono l'eccezione di alcuni istituti.- che quasi tutte le carceri sono prive del Regolamento d'Istituto prescritto dall'ordinamento penitenziario; pertanto i detenuti non sono messi a conoscenza dei loro diritti e doveri e sono sottoposti all'arbitrio di regole orali che cambiano di volta in volta;- che migliaia di detenuti dell'Alta Sicurezza sono esclusi da percorsi trattamentali di lavoro e di studio nonché privati del diritto all'affettività essendo costretti a vivere a centinaia di chilometri di distanza dai propri familiari; per non parlare dei detenuti al 41-bis per i quali, anche per decenni, è stato ed è inesistente l'art. 27 della costituzione;- che l'ergastolo, tanto più nella sua forma ostativa, è contrario a quanto sancito dalla nostra Costituzione e non è un caso che proprio Papa Francesco lo abbia abolito dall'ordinamento Vaticano, definendolo "una pena di morte mascherata";Caro Andrea Orlando, caro Ministro, mi limito a questo elenco, trascurando il ruolo istituzionale che per legge dovrebbe svolgere l'Uepe nell'aiutare gli ex detenuti a reinserirsi nella società, compito ormai da anni abbandonato.Come pensi di voler corrispondere alla nostra richiesta di dialogo? Come pensi di corrispondere alle belle parole che hai riservato a Marco Pannella e a Papa Francesco? Si tratta di due personalità che non hanno avuto remore a pronunciarsi per ciò che è giusto sia dal punto di vista cristiano che da quello laico e democratico: Marco ha rischiato più volte la sua vita per chiedere il rientro immediato nella legalità costituzionale invocando un provvedimento di Amnistia (e di Indulto); in continuità con Papa Giovanni Paolo II, Papa Francesco, nel discorso pronunciato un anno fa, affermava che "il Giubileo ha sempre costituito l'opportunità di una grande Amnistia".Piena di fiducia in te, proseguo - proseguiamo - lo sciopero della fame.Un abbraccioRita BernardiniP. S.Qui http: //amnistiaperlarepubblica. it/, puoi leggere tutte le adesioni alla Marcia per l'Amnistia. Come puoi vedere, c'è una massiccia adesione dal mondo cattolico, da istituzioni comunali e regionali che verranno con i loro gonfaloni, da associazioni di volontariato che vivono la realtà penitenziaria, di parlamentari e del mondo forense quasi commovente.