«Antonio Caridi non ha avuto la possibilità di leggere nemmeno un pezzo di carta per difendersi, così gli abbiamo consigliato di avvalersi della facoltà di non rispondere». Valerio Spigarelli, difensore, assieme a Carlo Morace, del senatore di Gal coinvolto nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria "Mamma santissima", è infuriato. Ieri Caridi avrebbe dovuto difendersi davanti al gip dall'accusa di essere uno strumento in mano ai clan, ma il senatore si è limitato a dichiararsi innocente, rimanendo poi in silenzio. «Durante la procedura in Senato per l'autorizzazione all'arresto -? ha spiegato Spigarelli -?, a Caridi non è stato dato che un estratto dell'ordinanza e quando abbiamo chiesto di vedere gli atti, ovvero 60 faldoni, ci è stato negato, perché così prevede il regolamento del Senato». L'articolo 135 stabilisce al comma 4, che nessuno possa vedere gli atti al di fuori della giunta. Una procedura, protesta Spigarelli, che impedisce di fatto all'indagato di difendersi. «Com'è possibile che un parlamentare venga arrestato senza che né lui né i membri dell'assemblea che votano il suo arresto abbiano mai visto un atto? -? si chiede ?- Tutto questo sulla base di un regolamento folle». Nelle mani del senatore e dei suoi legali non sono mai arrivati gli atti relativi a interrogatori dei pentiti, intercettazioni e informative: un malloppo di centinaia di migliaia di pagine.Caridi, giovedì, si è consegnato al carcere di Rebibbia, dove i legali pensavano si sarebbe svolto l'interrogatorio. Domenica è stato però trasferito a Reggio Calabria, senza che fosse possibile incontrarlo. «È una simulazione di diritto di garanzia ? ha aggiunto Spigarelli ?, perché di fronte ad un'indagine che va avanti da 20 anni non è possibile affrontare un interrogatorio senza aver letto nulla». Ora tutto si sposta davanti al tribunale del Riesame, nell'udienza prevista per giorno 11. «Le accuse sono la rimeditazione di elementi raccolti anche 15 anni fa, sui quali nessuno aveva mai aperto un processo. Le dichiarazioni dei pentiti ?- aggiunge - non dicono affatto quello che sostiene l'accusa. I risultati elettorali dimostrano che non ci sono stati patti con la ?ndrangheta. Se fosse nel "gotha", così come dice la Dda, sarebbe davvero una contraddizione pensare che tutto si concretizzi con l'assuzione a tempo determinato di sei persone in 20 anni».