Dall’inizio dell’anno già tredici persone si sono tolte la vita: 12 detenuti si sono impiccati, uno si è lasciato morire di fame. Secondo la tabella di Ristretti Orizzonti, la distribuzione geografica dei suicidi è abbastanza uniforme, ma a destare allarme, in particolare, è il carcere Poggioreale di Napoli, dove tre detenuti si sono tolti la vita nel giro di una settimana. I suicidi in cella sono un problema che riguarda tutte le fasce di età, dai 23 ai 66 anni, con quelli più frequenti sotto i 39 anni. È una strage silenziosa, un dato senza precedenti. Ecco la lista degli invisibili.

Matteo Concetti, Ancona, 6 gennaio, 23 anni

Era detenuto nel carcere di Montacuto ad Ancona per reati legati alla droga e contro il patrimonio. Il suo è il primo suicidio del 2024: si è impiccato in cella di isolamento, a soli 23 anni. Soffriva di problemi psichiatrici da anni. Dopo aver beneficiato di una misura alternativa, era tornato in carcere perché aveva “bucato” di poco l’orario di rientro da lavoro. Sarebbe tornato in libertà dopo qualche mese. Sua madre, allarmata dallo stato di malessere del figlio, si era rivolta anche alla senatrice Ilaria Cucchi per chiederle aiuto. Ma ormai era troppo tardi.

Stefano Voltolina, Padova, 8 gennaio, 26 anni

Era detenuto nel penitenziario Due Palazzi di Padova da pochi mesi e ci sarebbe rimasto fino al 2028. In carcere era seguito dai medici perché soffriva di depressione. “Scriveva bene, era sveglio, curioso, buono… Abbiamo fallito, come altre volte”, scrive in una lettera all’associazione Ristretti Orizzonti una volontaria del carcere che aveva ricontrato Stefano a distanza di anni, dopo averlo avuto come alunno alle scuole medie.

Stefano Bonomi, Rieti, 6 gennaio 2024, 65 anni

In sciopero della fame da settimane, il 65enne è morto la notte del 6 gennaio nell’ospedale Belcolle di Viterbo dove era stato trasferito dal carcere di Rieti, l’istituto in cui si trovava in attesa di giudizio. Il magistrato di sorveglianza ne aveva disposto il ricovero coatto il 3 gennaio. Sul corpo non è stata disposta l’autopsia, e al momento non sono chiari i motivi della sua protesta.

Alam Jahangir, Cuneo, 10 gennaio, 40 anni

Si è impiccato nella sua cella con un lenzuolo. Originario del Bagladesh ma residente in provincia di Cuneo, Alam Jahangir si trovava in carcere da pochissimi giorni dopo l’arresto del 28 dicembre 2023.

Fabrizio Pullano, Agrigento, 12 gennaio, 59 anni

Ristretto nel padiglione di alta sicurezza del carcere di Agrigento, il 59enne di Isola di Capo Rizzuto si è impiccato con un lenzuolo nella sua cella. Inutili i soccorsi del personale penitenziario che ha trovato il corpo. Si trovava in carcere in seguito a un’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro, che lo aveva individuato come boss del suo clan.

Andrea Napolitano, Poggioreale, 15 gennaio, 33 anni

Era stato condannato all’ergastolo per il femminicidio della sua compagna Ylenia Lombardo. Già in cura presso il centro di igiene mentale, era a rischio suicidario da un anno, come ha sottolineato il Garante campano Samuele Ciambriello, per il quale è necessario che il carcere - in questo caso l’istituto Poggioreale di Napoli dove l’uomo si è impiccato – sia dotato di figure professionali idonee a curare la malattia mentale.

Mahmoud Ghoulam, Poggioreale, 15 gennaio, 38 anni

Il corpo senza vita del 38enne di origini marocchine è stato ritrovato nella sua cella, dove l’uomo si sarebbe tolto la vita impiccandosi. Detenuto senza fissa dimora, era entrato da poco a Poggioreale, ennesima vittima di una strage silenziosa.

Luciano Gilardi, Poggioreale, 22 gennaio, 34 anni

È il terzo suicidio nel carcere Poggioreale di Napoli nel giro di una settimana. Il 34enne si è impiccato nella sua cella, sarebbe tornato in libertà dopo un mese.

Antonio Giuffrida, Verona, 23 gennaio, 57 anni

Detenuto dallo scorso novembre nel carcere di Montorio, Verona, il 57enne di origini siciliane si è impiccato nella cella dello stesso istituto già teatro di diversi suicidi. A darne notizia l’associazione Sbarre di Zucchero, per la quale “non è più accettabile che le persone sotto la custodia e la responsabilità dello Stato si tolgano la vita con questa drammatica frequenza”.

Jeton Bislimi, Teramo, 24 gennaio, 34 anni

Di nazionalità macedone, il 34enne residente in Italia era in carcere dallo scorso novembre: era stato arrestato dopo aver tentato di uccidere la moglie colpendola con dieci coltellate. Dopo l’aggressione aveva provato a togliersi la vita ingerendo dei farmaci, e un nuovo tentativo di suicidio c’era stato subito dopo l’ingresso nell’istituto di Teramo.

Ahmed Adel Elsayed, Rossano Calabro, 25 gennaio, 34 anni

Avrebbe finito di scontare la sua pena tra un anno. Gli agenti hanno trovato il corpo senza vita nel bagno della cella: il detenuto egiziano si sarebbe impiccato con un cappio ricavato dalle lenzuola.

Ivano Lucera, Foggia, 25 gennaio, 35 anni

Il giovane originario dei Monti Dauni si sarebbe impiccato nella sua cella con un lenzuolo. Secondo quanto racconta Repubblica era in carcere per una storia di maltrattamenti in famiglia dopo una storia di dipendenze.

Michele Scarlata, Imperia, 28 gennaio, 66 anni

L’ultimo a farla finita in carcere in questo tragico gennaio è un uomo di 66 anni di origini siciliane che viveva in Liguria. Era in carcere da pochi giorni dopo aver tentato di uccidere la compagna. Si è impiccato nella sua cella come la maggior parte dei detenuti morti in questo tragico gennaio.