Sovraffollamento, suicidi in aumento, assistenza sanitaria insoddisfacente, disagi psichici, ancora presenza dei bambini dietro le sbarre, ritardi da parte della magistratura di sorveglianza. Questo è quello che emerge nell’anno 2018 ancora non concluso a proposito del panorama penitenziario.

Proprio ieri, durante la riunione della conferenza nazionale dei garanti regionali e comunali dei detenuti svolta a Roma, è emersa anche la preoccupazione di come la Riforma dell’ordinamento penitenziario non risolva tutte queste problematiche. «I tre decreti di modifica dell’ordinamento penitenziario in materia di sanità, lavoro e minori – ha denunciato il garante regionale della Toscana Franco Corleone a ridosso della conferenza - tolgono ogni speranza di miglioramento delle condizioni carcerarie». Ricordiamo il suo impegno, con i tre giorni di digiuno, per sensibilizzare il governo e l’opinione pubblica l’insostenibile disagio psichico nelle carceri. Alla conferenza è intervenuto il capo del Dap Francesco Basentini che ha annunciato: “In merito alle esigenze di affettività dei detenuti è partito un progetto pilota in tre istituti penitenziari dove verrà usato Skype e più in generale l’informatica. Ed entro sei mesi saranno installati oltre 450 pc in tutte le sezioni detentive. L’obiettivo è di metterne anche di più, ovviamente non nel 41 bis. Oltre a Skype verranno installati programmi come corsi di lingua, apprendimento, passatempi'.

Nel frattempo aumentano i suicidi. Nel 2017 il totale è stato di 52 detenuti che si sono uccisi, mentre il trend di quest’anno ancora non concluso è decisamente in aumento. Sì, perché al 3 ottobre dell’anno scorso, i suicidi risultavano 45. Quest’anno, invece, siamo già a 49. L’ultimo è avvenuto nel carcere siciliano del Pagliarelli, un 37enne si è impiccato dentro la propria cella. Ma potrebbero essere molti di più se non intervenissero gli agenti penitenziari. Secondo il Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria, solo nel primo semestre del 2018 ci sono stati nelle carceri italiane 5.157 atti di autolesionismo. E da anni le associazioni che monitorano le condizioni di vita negli istituti sottolineano come non si debba sottovalutare simili atti dato che possono sfociare in tentativi di suicidio.

A questo si aggiunge il sovraffollamento.

Secondo i dati elaborati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al 30 settembre di quest’anno risultano 59.275 detenuti su 50.622 posti disponibili. Basti pensare che il mese precedente, al 31 agosto, risultavano 8.513 detenuti in più. Ancor prima, a luglio, erano invece 7.882 i ristretti oltre i posti disponibili. I numeri del sovraffollamento risulterebbero addirittura maggiori se si sottraessero dai posti disponibili circa 5.000 celle inagibili che, invece, vengono conteggiate nei 50.622 posti disponibili. Il sovraffollamento quindi è destinato ad aumentare nonostante che nel passato, grazie a diverse misure adottate dopo la sentenza Torreggiani, si sia ridimensionato. Poi c’è l’assistenza sanitaria. Diversi report nelle carceri, dimostrano come diversi detenuti hanno delle gravi patologie e c’è scarsa presenza del personale sanitario.

Ma non solo. Non rari i casi di detenuti che hanno una incompatibilità con il carcere a causa del loro stato di salute, ma difficilmente riescono ad ottenere i domiciliari per essere assistiti in un ambiente consono. Tutte problematiche che hanno portato Rita Bernardini, del coordinamento di presidenza del Partito Radicale, ad intraprendere uno sciopero della fame già iniziato dalla mezzanotte di martedì scorso. I disagi psichici sono le più diffuse tra le patologie presenti nelle carceri italiane, ma l’assenza del tema nella riforma approvata, peggiora anche le cose. L’ultimo rapporto di Antigone dice che ad oggi, infatti, ci sono 47 sezioni specializzate (' articolazioni per la salute mentale') che ospitano 251 persone ( 21 donne e 230 uomini. Due, invece, i ' reparti psichiatrici' ( entrambi maschili), negli istituti penitenziari di Torino e Milano San Vittore, che ospitano 31 persone. Sebbene il disagio psichico sia la sfera patologica più diffusa nelle carceri italiane, dalle attività di monitoraggio dell’associazione Antigone emerge che negli istituti di pena visitati dai volontari, il numero medio di ore di presenza di medici ogni 100 detenuti è pari a 84,2, mentre quello degli psichiatri scende a 8,9 ore per 100 detenuti. Un quadro che richiede un intervento delle istituzioni.