Raffaele Cantone guadagna i titoli delle breaking news grazie a un equivoco. Nella relazione letta ieri mattina in Senato, il presidente dell’Anticorruzione parte infatti dal disastro ferroviario in Puglia, e pronuncia una frase chiara ma travisata da titoli fuorvianti su siti e agenzie. Questi ultimi recitano: “Cantone: scontro dei treni, collegamento con la corruzione”. Nel gioco spietato della comunicazione in tempo reale, il discorso passa per la denuncia di precisi episodi di malaffare direttamente connessi alla sciagura. È un fraintendimento grave, che spinge infatti Cantone a diffondere una precisazione poco dopo. La sua frase d’altronde era lunga ma semplice e di significato diverso: «L’incidente è probabilmente frutto di un errore umano, e questo lo accerterà la magistratura, ma è certamente frutto e conseguenza di un problema atavico del nostro Paese», ovvero «la difficoltà di fare le infrastrutture adeguate: e una delle ragioni oggettive di questa difficoltà è certamente nell’argomento di cui parleremo». Quell’argomento è appunto la corruzione.E qui entra in gioco la lettura che della corruzione dà la relazione annuale dell’Anac. Quella di un fenomeno paralizzante «per le grandi opere», che finiscono «arenate». Un fenomeno che in realtà è sintomo di un più generale disordine, non morale ma relativo a «iper-regolazione normativa», innanzitutto. Il malaffare, le mazzette, le turbative d’asta sono dunque solo un aspetto di una serie di «disfunzioni», di natura legislativa, regolamentare e innanzitutto amministrativa.Sembra niente e invece è la rivoluzione. Anche nel senso che alla luce della chiave proposta da Cantone, la sua stessa frasi sulla tragedia in Puglia cambia appunto di senso. Il presidente dell’Anac vuol dire che la corruzione intesa come conseguenza del disordine paralizzante ha impedito, tra l’altro, l’ammodernamento della rete ferroviaria. Ecco.Nel suo intervento a Palazzo Madama, l’ex magistrato anticamorra fa esempi specifici di opere «arenate», dall’«anello ferroviario di Palermo» ai lavori «per la Pescara-Bari», fino al caso clamoroso della metro C di Roma. Spiega che la funzione della sua Autorithy è da una parte quella di raccogliere le segnalazioni dei cittadini su possibili casi di malaffare («le segnalazioni sono passate da circa 1.200 nel 2014 a quasi 3.000 nel 2015, con un aumento di oltre il doppio»). Dall’altra, l’Anticorruzione è chiamata a «lavorare con le amministrazioni per evitare che errori o irregolarità si traducano in fatti di maladmnistration». Si tratta insomma di «indicare» criteri di gestione degli appalti più lineari, quindi meno esposti al rischio corruzione, in attesa che anche le leggi diventino più semplici. Una rivoluzione, fatta senza moralismi ma con la semplice arma della trasparenza.