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Caiazza penalisti
«La libertà e i diritti della difesa riguardano ovviamente i cittadini che noi assistiamo, il cittadino imputato e il cittadino indagato, ma riguardano ancora di più la libertà e l’indipendenza del giudice». È il messaggio lanciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, in corso a Catanzaro, dell’Unione delle camere penali. A sintetizzarlo è stato il presidente, Gian Domenico Caiazza: «Il giudice senza un avvocato forte - ha detto il leader dei penalisti - è un giudice debole». «Sul caso Pittelli mi sono espresso ripetutamente. Non mettiamo bocca sul tema della responsabilità, ma guardiamo con preoccupazione a una vicenda che riguarda un avvocato nell’esercizio delle sue funzioni, quindi aspettiamo di conoscere i fatti, ma denunciamo un accanimento nella fase cautelare francamente incomprensibile, ai limiti dall’essere sospetto», ha ribadito Caiazza. «Naturalmente non sono scelte casuali, quando abbiamo deciso di parlare del problema della libertà del difensore come garanzia dell’indipendenza del giudice e quindi della giurisdizione, abbiamo pensato a Catanzaro e alla Calabria come uno dei luoghi dove questo tema è vissuto in modo più impegnativo e più estremo», ha aggiunto il presidente dell'Ucpi. A proposito della riforma approvata oggi in consiglio dei ministri, Caiazza ha spiegato: «Ancora non abbiamo avuto il tempo di leggere il testo finale. Sapete come la pensiamo: noi consideriamo una riforma molto debole, lontana dalle esigenze di riforma, una riforma che evita tutte le questioni vere da riformare della magistratura italiana e dell’ordinamento giudiziario, quindi la formazione professionale, l’avanzamento automatico delle carriere, la deresponsabilizzazione per conseguenza professionale del magistrato, l’assurdità del distacco dei magistrati presso l’esecutivo, con una confusione fisica tra il potere giudiziario e il potere esecutivo». «Invece - ha spiegato - qui ci trastulliamo con le porte girevoli per quei 4-5 magistrati che sono eletti parlamentari. Mi sembra una cosa francamente poco centrata. Così come il tema del sistema elettorale del Csm: a noi - ha spiegato Caiazza - pare marginale l’illusione che modificando i sistemi elettorali si cambino la testa e le culture di un paese. Mi sembra abbastanza improbabile». Riguardo alle aspettative in vista del dibattito in Parlamento, Caiazza ha spiegato: «Quando siamo stati chiamati a dare il nostro parere, come abbiamo fatto e ci è stato chiesto in fare con la riforma del processo penale, penso che abbiamo dato un buon contributo. Mi auguro - ha continuato - che lo si possa dare anche su questo tema, anche se non so quale sarà il percorso parlamentare. Noi siamo sempre disponibili. Stiamo lavorando alle nostre leggi di iniziativa popolare sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e presto parleremo attraverso quelle». Intervenendo da remoto alla cerimonia di Catanzaro, la ministra della Giustizia Marta Cartabia, si è rivolta a Caiazza, spiegando: «Sappiamo bene presidente Caiazza che questo è uno dei punti di contatto che mi sento di condividere. La funzione giurisdizionale ha tante voci, tanti protagonisti, e quello che riguarda uno riguarda tutti quanti. In questo caso poi è particolarmente vero - ha proseguito - che il ruolo degli avvocati, anche su temi importanti come le valutazioni di professionalità o le assegnazioni di incarichi apicali, sarà valorizzato da questa riforma. Speriamo di poter continuare questo cammino, che è veramente un cammino ricchissimo di innovazioni. Abbiamo avuto dei percorsi insieme sulla legge delega del processo penale, il processo civile, l’ordinamento giudiziario, abbiamo tante altre cose da fare ancora. Questo governo auspicabilmente - ha detto proseguendo la Guardasigilli - può contare ancora su alcuni mesi davanti a sè, le fasi di attuazione che dovremmo concludere entro la fine dell’anno e che vi vedono coinvolti come co-protagonsiti saranno un terreno di confronto, di scambio, di convergenza e divergenza. Prima del mio intervento- ha proseguito Cartabia - ho sentito evocare l’articolo 27della Costituzione, e lo trovo di un tempismo particolarmente significativo. Sapete che l’unico mio faro nella conduzione di queste non semplici riforme - perché sappiamo che le opinioni delle varie forze politiche divergono su tanti punti - è stato quello di tenere sempre saldo il timone puntato verso la Costituzione; è quello che ho cercato di fare nei mesi scorsi e che mi riprometto di fare - ha concluso - con il contributo di tutti».