Nell'attuazione pratica della legge sulla tutela della presunzione di innocenza «si dovrà ricercare un punto di equilibrio rispetto ad altri valori come, da un lato, il dovere di comunicare e di rendere conto accountability da parte del sistema di giustizia e, dall’altro, il diritto di informazione, di cronaca e di critica». Lo dice all’Adnkronos l’ex procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati a ridosso dell'entrata in vigore della normativa  che disciplina la diffusione di informazioni sulle indagini giudiziari e che già divide la magistratura. «Già la direttiva Ue adottava formulazioni molto restrittive, limitando la possibilità da parte delle autorità pubbliche di "divulgare informazioni sui procedimenti penali", ai soli casi in cui "ciò sia strettamente necessario per motivi connessi all’indagine penale o per l’interesse pubblico". In democrazia l'interesse pubblico comporta un rovesciamento di prospettiva: l’informazione sui procedimenti penali, deve essere la più ampia possibile, salva la tutela delle esigenze di segretezza dell’indagine, che a sua volta deve essere ricondotta allo stretto necessario».  Il dibattito si è concentrato sulla comunicazione delle procure.  «Le esternazioni lesive del principio di innocenza e in contrasto con i criteri dell’equilibrio e della misura di alcuni magistrati, soprattutto pubblici ministeri danneggiano la credibilità della giustizia. Ma l’indebito protagonismo di magistrati e anche la cattiva informazione si contrastano con la buona e corretta informazione e non certo con la pretesa ingessare le modalità di comunicazione. Avere privilegiato per l’informazione delle procure i comunicati stampa, cercando di porre limiti più stringenti alle conferenze stampa è privo di senso ed ignora la realtà», sottolinea l’ex procuratore. «Basta una rapida esplorazione sul web per trovare comunicati stampa improvvidi e non rispettosi della presunzione di innocenza e, all’opposto, conferenze stampa ben gestite e rispettose del principio. Il comunicato stampa - spiega Edmondo Bruti Liberati - è di per sé informazione a senso unico, mentre la conferenza stampa è l’occasione nella quale la stampa, con domande e contestazioni, può esercitare il ruolo di "cane da guardia della democrazia"» per usare l’espressione presente nelle sentenze della Corte europea dei Diritti dell’Uomo riguardo all’informazione sui casi giudiziari.  «Qualunque normativa si adotti, rimane essenziale l’assunzione di responsabilità e la deontologia degli operatori di giustizia e degli operatori dell’informazione. Ma oltre le norme  vi è il principio del rispetto nei diritti e nella dignità, della persona sottoposta ad indagini e processo ed anche definitivamente condannata», conclude l’ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati.