Sarebbe una cattiva notizia. Della serie: lavori in corso, servizio sospeso, ce ne scusiamo con l’utenza. Ma la news pubblicata ieri sul sito del ministero della Giustizia è in realtà l’annuncio di un passo avanti. Si comunica che dalle 15 di oggi e fino, «presumibilmente», alle 8 di lunedì prossimo, saranno interrotti di fatto tutti i servizi informatici del settore civile. Ma lo stesso titolo della notizia pubblicata sul portale giustizia. it si completa con la seguente spiegazione: «Modifiche evolutive al fine di consentire l'accesso da remoto (smart working) al personale di cancelleria di Corti d'Appello e Tribunali» . È una lunga attesa che sta per concludersi: quella per l’effettiva attivazione dell’uso “da casa” dei registri generali, che sarà possibile anche per i dipendenti della Giustizia destinati al lavoro a distanza a causa del covid. Una sorta di araba fenice dell’amministrazione di via Arenula, indicata come indispensabile da tutte le rappresentanze forensi (dal Cnf all’Ocf fino all’Unione nazionale dei civilisti e all’Ucpi) ma rimasta un miraggio a lungo, anche nei mesi cupi del lockdown della scorsa primavera. E invece, secondo quanto pubblica il sito del ministero, ci siamo: «Presumibilmente alle ore 08: 00 del giorno lunedì 9 novembre c. a.» sarà implementata l’innovazione prevista anche nel Dl Ristori.

Secondo la news, «per l’installazione di modifiche evolutive sui sistemi del civile al fine di consentire l’accesso da remoto ( modalità di lavoro in smart working) al personale di cancelleria del settore civile delle Corti di Appello e dei Tribunali, si procederà alla interruzione» dei servizi «con le seguenti modalità temporali: per tutti gli uffici giudiziari dei distretti di Corte di Appello dell’intero territorio nazionale, compreso il Portale dei Servizi Telematici, dalle ore 15: 00 del giorno venerdì 6 novembre e sino, presumibilmente, alle ore 08: 00 del giorno lunedì 9 novembre c. a». Dopodiché si precisa che «durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi. Durante le summenzionate interruzioni programmate», si legge ancora nella nota informativa, «non sarà pertanto possibile consultare i fascicoli degli uffici dei distretti coinvolti dal fermo dei sistemi». Vuol dire che in realtà non funzionerà nulla: l’esito della mail arriverà comunque solo al ripristino. Dopo un ulteriore pro memoria per magistrati e cancellieri, segue un più ecumenico riepilogo sui servizi informatici del settore civile sospesi: «L’aggiornamento ( anche da fuori ufficio) della consolle del magistrato; il deposito telematico di atti e provvedimenti da parte dei magistrati; tutte le funzionalità del portale dei servizi telematici; tutte le funzioni di consultazione da parte dei soggetti abilitati esterni; i pagamenti telematici compreso il pagamento del contributo di pubblicazione di un’inserzione sul Portale delle Vendite; l’accesso al Portale Deposito atti Penali per il deposito con modalità telematica di atti penali». Un disagio, certo. Ma che avvocati, magistrati e personale avrebbero vissuto volentieri con qualche mese di anticipo.