«L’ho detto tante volte e continuerò a ripeterlo. Con Anci da tempo chiediamo una riforma dell’abuso d’ufficio che protegga i sindaci quotidianamente esposti alla gogna mediatica quando finiscono nel registro degli indagati e che poi, ricevuta l’assoluzione, ritrovano la stessa notizia relegata in un trafiletto in ultima pagina. Lungi dai sindaci e dall’Anci mettere un bavaglio alla stampa ma la norma sull’abuso d’ ufficio va rivista per eliminare queste storture e auspichiamo che il prossimo governo ci ascolti». A dirlo, a margine del panel sul potere giudiziario organizzato al Festival delle città di Ali in corso a Roma, è Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci.

«Negli ultimi anni la responsabilità degli amministratori locali si è accresciuta nella percezione dell’opinione pubblica, con conseguente stillicidio di indagini, spesso assurde, che ne minano la credibilità e il lavoro. Chi si appropria delle risorse pubbliche deve pagare. E duramente. Ma non è tollerabile il pubblico ludibrio quando nel 97% dei casi l’azione penale si risolve in un nulla di fatto». Dalla sicurezza urbana alla Protezione civile, dal contrasto all’evasione fino all’evasione fiscale e alla lotta alle ludopatie, «i sindaci hanno competenza o responsabilità. Una responsabilità divisa con le altre istituzioni dello Stato che però sovraespone direttamente i primi cittadini nei confronti della giustizia e dell’opinione pubblica», ha continuato.

«Chiediamo solo che gli amministratori locali siano messi in condizione di poter lavorare serenamente. Avere le mani legate per norme farraginose porta alla paralisi dei provvedimenti e alla disaffezione a impegnarsi nel “mestiere” di sindaco. Non chiediamo un salvacondotto. Chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro al servizio delle comunità».