“Condannate Berlusconi – la caccia giudiziaria all’uomo più processato di tutti i tempi”, è l’ultimo libro di Eugenio Cipolla, 29 anni, giornalista, esperto di comunicazione e social media. Edito da Eclettica edizioni ( 160 pagine, 15 euro), con la prefazione di Maurizio Tortorella, il libro è un saggio sulle vicende giudiziarie dell’ex presidente del Consiglio.

Sui processi di Berlusconi sono stati scritti in questi anni molti libri. L’opera di Cipolla, però, si distingue per il notevole sforzo documentale che permette al lettore di avere un quadro completo di tutti i procedimenti che hanno riguardato l’ex premier. L’autore, da cronista giudiziario, ha ricostruito i principali filoni dell’inchiesta “Mani pulite” a Milano. Era il 22 novembre quando il Corriere della Sera, capo redattore Alessandro Sallusti, direttore Paolo Mieli, comunicò al Paese che Berlusconi era indagato per corruzione. La vicenda, le tangenti alla Guardia di finanza, si chiuse nel 2001 con una assoluzione per non aver commesso il fatto. Nel frattempo, però, il governo di centrodestra era caduto e la Lega con l’allora Pds aveva dato via al “ribaltone” che spalancò le porte di Palazzo Chigi all’esecutivo “tecnico” guidato da Lamberto Dini.

«Una caccia all’uomo mai vista in un Paese occidentale», questo sono per Cipolla i processi a Berlusconi. Circa 60 i procedimenti penali aperti contro di lui ( senza contare quelli contro le sue aziende). 2500 le udienze celebrate. Ed una cifra non quantificabile spesa per avvocati e consulenze. Forse 500 milioni di euro.

Somme che solo Berlusconi poteva spendere per difendersi. Perché lo Stato, la macchina giudiziaria, in questi ha messo in campo contro di lui un apparato investigativo che non ha precedenti. Centinaia di milioni di euro spesi per intercettazioni, rogatorie, processi. E poi carta, tantissima carta. Contro Berlusconi - racconta Cipolla - è stato schierato un sistema, non solo nelle aule di giustizia, molto più “devastante” di quello impiegato per Riina. Ruolo fondamentale lo hanno avuto i giornali. A partire dal Corriere della Sera . Berlusconi è stato indagato per quasi tutti i reati, tranne forse l’abigeato e la rapina, previsti nel codice penale.

Celebri i processi “Ruby” ( per prostituzione minorile e concussione affidato in maniera molto irrituale alla Direzione distrettuale antimafia diretta da Ilda Boccassini) e “Mediaset”. Quest’ultimo portò in dote, oltre alla condanna, anche la decadenza dal Parlamento in ossequio alla legge “Severino” applicata retroattivamente. Nel libro sono, poi, tratteggiati i ritratti dei magistrati che hanno indagato Berlusconi. Quasi tutti apertamente schierati a sinistra.

La conclusione del libro può essere affidata alle parole dell’ex procuratore di Prato Piero Tony: «Se Berlusconi non fosse entrato in politica, non avrebbe sicuramente ricevuto queste attenzioni giudiziarie».