Ancora problemi negli istituti penitenziari per minorenni. Questa volta riguarda il "Beccaria", carcere minorile di Milano. «Va tutto male! L'edificio è brutto, sporco, cadente. Non funziona niente, non ci sono abbastanza attività e corsi di formazione, i ragazzi sono scoraggiati, annoiati, umiliati, anche arrabbiati! ». È il grido d'allarme lanciato da don Gino Rigoldi, l'anziano cappellano del Beccaria che si è detto pronto ad attuare uno sciopero della fame affinché si prendano seri provvedimenti. Attualmente sono una sessantina i detenuti ristretti nel penitenziario minorile, un tempo definito "modello". I ragazzi sono finiti dentro anche con accuse gravi, alcuni per omicidio e stupro. A don Gino non interessa quello che hanno fatto nel passato, lui spera nel futuro e soprattutto per un loro recupero.«Per come è messo oggi l'istituto, c'è da mettersi a piangere, più che sperare in un recupero di questi giovani», spiega amareggiato il cappellano.La sua protesta è stata recepita dal deputato Pd Emanuele Fiano che ha prontamente segnalato il caso al ministero di Giustizia. Andrea Orlando ha quindi disposto una vista da parte del direttore del dipartimento della giustizia minorile per verificare e affrontare i diversi problemi denunciati. In Parlamento più volte è stato affrontato il degrado strutturale del Beccaria. Nel maggio scorso, la deputata Giovanna Martelli di Sinistra, ecologia e libertà ha presentato una interrogazione al ministro della Giustizia denunciando eventi critici di ogni tipo, incluse le aggressioni. I detenuti sono vittime di atti di autolesionismo e di molteplici tentativi di suicidio. L'ultimo caso è quello di un detenuto ventenne che si è verificato domenica 8 maggio. Le lavoratrici e i lavoratori del carcere Beccaria sono sotto organico e devono farsi carico di gravosi turni di lavoro. Condizioni che dipendono dalle croniche carenze strutturali del carcere, come denunciato dalla Fp Cgil Lombardia e Milano. Per questo si attende ancora l'apertura del nuovo padiglione adiacente al carcere. La deputata Martelli ha ricordato che le pessime condizioni di vita incidono anche sulla salute psicofisica dei lavoratori creando maggiore stress, meno efficienza e più assenze. Il rischio è che ci siano esiti esplosivi e incontrollabili. I ragazzi detenuti sono insofferenti e non di rado protestano. La direttrice del carcere riassicura che a breve le cose potrebbero migliorare, perché entro un mese dovrebbero avere in consegna il nuovo padiglione ristrutturato. Le risorse - un problema per tutti gli istituti minorili - sono poche ma la regione Lombardia a breve dovrebbe indire un nuovo bando e dovrebbero arrivare finanziamenti per le attività di risocializzazione. Nel frattempo però la situazione è molto grave.