Invettive, minacce di morte nei confronti di Mattia Doneddu, l’avvocata di fiducia di Alberto Cubeddu, imputato per il duplice omicidio di Stefano Masala e Gianluca Monni. Minacce apparse sulla pagina Facebook “Vogliamo Stefano a casa“, aperta dai familiari e amici di Masala all’indomani della sua scomparsa avvenuta a Nule il 7 maggio 2015. «Ho fatto solo il mio lavoro – ha detto la penalista – non sono mai andata oltre, lo faccio con serietà e lo rivendico per tutti quelli che fanno gli avvocati». Dopo aver prodotto agli atti del processo lo screenshot delle minacce, Mattia Doneddu ha ricevuto la solidarietà del collega Patrizio Rovelli, del pm Andrea Vacca e dei legali delle parti civili che rappresentano la famiglia Masala, Angelo Magliocchetti e Caterina Zoroddu, oltre che degli avvocati della famiglia Monni, Rinaldo Lai, Margherita Baragliu e Antonello Cao. Tutti hanno condannato fermamente il gesto. «Esprimiamo la più viva solidarietà nei confronti dei colleghi, condannando fermamente ogni episodio di minaccia e d’intimidazione nei confronti degli avvocati impegnati nell’esercizio della funzione difensiva, necessaria al regolare svolgimento del processo». Così il presidente della corte Marco Palmieri e tutto il direttivo della camera penale di Sassari, hanno commentato le minacce ricevute dalla collega Mattia Doneddu. Il caso approda anche in Parlamento con un’interpellanza urgente – sottoscritta da 14 parlamentari - ai ministri dell’Interno e della Giustizia per sapere se gli interroganti «siano stati a conoscenza dei gravissimi episodi e quali iniziative intendano porre in essere per supportare l’azione finalizzata ad individuare e perseguire gli autori di tali gravissimi episodi e i loro eventuali istigatori e mandanti assicurando che i professionisti minacciati possano continuare a svolgere il proprio lavoro in sicurezza, nonché si chiede di sapere se a tale fine siano stati attivati tutti gli organi competenti, anche con l’ausilio della polizia postale, per individuare le pagine dei social media caratterizzate da spirito di totale intolleranza nei confronti della funzione difensiva e addirittura insofferenti anche nei confronti della stessa giurisdizione penale e dei suoi legittimi richiami al rispetto delle regole del processo».

L’avvocata Mattia Doneddu, ribadiamo, è una dei difensori di Alberto Cubeddu. Tutto iniziò l’ 8 maggio del 2015, con l’omicidio di Gianluca Monni avvenuto a Orune ( provincia di Nuoro), e con il sequestro, l’omicidio e la distruzione del cadavere, mai trovato, di Stefano Masala ( 28 anni, di Nule), che sarebbe avvenuto la se- ra prima. Le prime indagini portarono all’iscrizione nel registro delle notizie di reato di due ragazzi, Alberto Cubeddu, appunto, e il cugino Paolo Enrico Pinna. Entrambi, il 25 maggio del 2016, furono arrestati con l’accusa di omicidio. Paolo Enrico Pinna era minorenne all’epoca dei fatti per i quali era stato accusato. È stato condannato al massimo della pena, 20 anni, dal Gup del Tribunale dei minori di Sassari, mentre Alberto Cubeddu è ancora in attesa di giudizio, attualmente recluso al carcere duro di Bancali. Quest’ultimo, come già riportato da Il Dubbio, è stato arrestato basandosi su una informativa dei carabinieri risultata in seguito falsa e di un riconoscimento dubbio su una foto. La sua colpevolezza è ancora tutta da dimostrare.