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RISCONTRATI, DURANTE UN’ISPEZIONE, VIOLAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI
L’ASGI, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione ha riscontrato delle violazioni nel Centro di permanenza per il rimpatrio ( Cpr) di Pian del Lago di Caltanissetta. Lo ha documentato con un report, frutto non solo di quanto emerso dalla visita del 21 luglio scorso, ma anche dal monitoraggio condotto nel corso del tempo e dagli accessi civici generalizzati che hanno permesso di ottenere informazioni e dati sulle modalità in cui viene privata la libertà personale nel Cpr.
L’assenza di informazioni sulle procedure che vengono attuate all’interno dei luoghi di trattenimento per l’accesso ai servizi cui hanno diritto i trattenuti e sulle condizioni di detenzione hanno indotto Asgi a formulare un’istanza alla Prefettura di Caltanissetta chiedendo di poter visitare il Cpr di Caltanissetta. La visita, autorizzata dalla Prefettura solo a seguito di contenzioso, è stata finalmente svolta limitatamente alle aree comuni della struttura.
Parallelamente, Asgi ha formulato istanze di accesso civico generalizzato volte a ottenere informazioni e dati in merito alle modalità di attuazione della privazione della libertà personale presso il Cpr di Caltanissetta e ad alcuni dei principali profili di criticità di tale sistema. L’accesso civico è stato riscontrato dalla Questura di Caltanissetta con comunicazione del 21 agosto 2022, e dalla Prefettura di Caltanissetta con comunicazione del 27 settembre 2022. Tanto la visita quanto le risposte ai quesiti formulati da Asgi fanno emergere numerose e gravi criticità con riguardo tanto alle condizioni materiali del trattenimento quanto, e soprattutto, con riferimento al rispetto dei diritti delle persone trattenute.
Asgi scrive nel report che i Cpr sono veri e proprie strutture detentive, nonostante si tratti di una detenzione “amministrativa”, non essendo disposta in seguito alla commissione di illeciti penali, e nonostante le persone detenute vengano generalmente denominate “ospiti” sia dagli operatori degli stessi centri che dalle autorità che a diverso titolo se ne occupano. Da anni ormai vengono da più parti avanzate istanze che richiedono uno svuotamento di tali centri e una definitiva abolizione di questa forma di privazione della libertà personale, che determina gravi violazioni dei diritti umani fondamentali. Ferme restando queste osservazioni, Asgi osserva che un monitoraggio costante di questi luoghi di privazione della libertà personale è necessario affinché non finiscano nell’oblio totale, distanti per come sono dai centri abitati e pertanto sempre più lontani dall’attenzione dell’opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione. Per questo, Asgi auspica che il diritto ad accedere e monitorare le condizioni dei Cpr venga esercitato da sempre più enti e associazioni, nonché da organi di informazione e rappresentanti di istituzioni pubbliche, al fine di garantire la più ampia diffusione di informazioni e una maggiore conoscenza ( e presa di coscienza) da parte della società civile.
Partendo in ogni caso dalla assoluta messa in discussione di questa tipologia di centri che pongono seri dubbi di compatibilità con i principi sanciti dalla nostra Costituzione e dai principali strumenti di tutela dei diritti umani, primo fra tutti la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, facendo seguito alla visita effettuata al Cpr di Caltanissetta, Asgi ha ritenuto di formulare delle raccomandazioni che si sostanziano nella richiesta di rispettare quel nucleo di diritti fondamentali che dovrebbero essere universalmente riconosciuti. Chiede di garantire l’effettività del diritto alla difesa, ponendo le persone trattenute nella condizione di poter contattare il difensore prima dell’udienza di convalida, fornendo pertanto i recapiti telefonici dei difensori e la possibilità concreta di telefonare. Garantire un’informazione piena e completa sul regolamento del centro e sulla normativa in materia di immigrazione e di protezione internazionale, con particolare attenzione alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale, le tempistiche e le conseguenze in caso di diniego e di ricorso giurisdizionale. Tali informazioni dovrebbero essere fornite sia attraverso sessioni di gruppo sia attraverso colloqui individuali, da personale specializzato e con l’assistenza di mediatori.
Inoltre Asgi chiede di garantire una tutela effettiva del diritto alla salute, che comprenda una adeguata valutazione dell’idoneità al trattenimento all’ingresso nel centro, una verifica periodica delle condizioni fisiche e psichiche delle persone trattenute, effettuata da personale medico- sanitario specializzato, coadiuvato da mediatori culturali; tale verifica dovrà valutare periodicamente anche la persistenza della compatibilità con la vita in comunità ristretta. Inoltre chiede di prevedere che la somministrazione di psicofarmaci e ansiolitici avvenga solo dietro prescrizione medica, preceduta ad apposita visita psichiatrica presso strutture del servizio sanitario nazionale. E ovviamente migliorare le condizioni strutturali del centro per garantire un ambiente dignitoso.