«Il tempo è finito. Una persona ogni tre giorni di toglie la vita nelle nostre carceri. In tanti muoiono per mancanza di cure, per abuso di psicofarmaci, per solitudine e abbandono». E ancora: gli istituti di pena sono «luoghi sovraffollati e indecenti che interrompono la vita, spezzano gli affetti e negano ogni speranza di riabilitazione e di ritorno in società. Non possiamo permetterlo. Non possiamo subire inerti questa mattanza di Stato».

L’appuntamento in piazza per la maratona oratoria dei penalisti romani è arrivato nelle ore più drammatiche per il pianeta carcere. Mentre avvocati, politici e attivisti si alternavano sul palco allestito nel quartiere Pigneto di Roma per dire basta ai suicidi in cella, nel pomeriggio di giovedì altri tre detenuti si sono tolti la vita: a Pavia e a Sollicciano due ventenni si sono tolti la vita impiccandosi, e il terzo – un uomo di 35 anni finito in coma dopo aver tentato il suicidio – è morto in ospedale a Livorno. Il drammatico bilancio dei suicidi in carcere dall’inizio dell’anno sale dunque a 52. Cifre record, ma soprattutto persone, che non possono essere ridotte a un numero. Un dato drammatico al quale aggiungere il tasso nazionale di sovraffollamento che va oltre il 130%. Una vera e propria emergenza, a cui il decreto Carcere appena varato non sembra dare sufficiente risposta. Per interrompere questa tragedia servono interventi rapidi e incisivi, ribadiscono i penalisti con la loro presenza in piazza.

«Siamo al Pigneto per dare sostegno all'iniziativa delle Camere penali, perché noi pensiamo che questa maratona vada fatta in mezzo alla gente. Le persone devono capire, odorare il carcere», ha spiegato Gaetano Scalise, presidente dell’Unione camere penali di Roma, a margine della maratona promossa nell’ambito dell’iniziativa avviata in tutto il Paese delle Camere penali italiane. Nel corso dell’evento romano i cittadini hanno potuto infatti sperimentare per qualche minuto l’esperienza della detenzione all’interno della cella di isolamento riprodotta dal Dubbio e dal Consiglio nazionale forense per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Uno spazio angusto abitato da una piccola brandina, un water e un lavandino che il Dubbio ha aperto al pubblico nel corso del convegno del 13 giugno al Tempio di Adriano di Roma.

Un’esperienza replicata in occasione della maratona di giovedì, a cui hanno preso parte, tra gli altri, Roberto Giachetti e Rita Bernardini, firmatari della legge sulla liberazione anticipata speciale; Ilaria Cucchi (Avs); Walter Verini (Pd); Stefano Anastasia (Garante dei detenuti del Lazio); Vincenzo Comi, vice presidente della Camera Penale di Roma, e l’ex presidente dei penalisti romani Cesare Placanica.

«Non abbiamo la bacchetta magica, ma l’impegno ce lo stiamo mettendo tutto – ha chiosato Scalise nel suo intervento -. Ed è un impegno senza colore politico. Stiamo facendo una battaglia per migliorare la condizione carceraria, e sarà ben accolto ogni provvedimento o idea che possa migliorare quello che noi da anni denunciamo come vero e proprio scandalo nazionale».