NOVE I MORTI E 23 I FERITI. LA CONDANNA DEGLI USA: «ATTACCHI INACCETTABILI»

La Nato, all'inizio di luglio, ha formalmente avviato il processo per portare Svezia e Finlandia nella sua alleanza militare. Unico ostacolo l'opposizione della Turchia, membro dell'Alleanza atlantica, che ha richiesto la consegna di oltre 70 persone descritte dal suo presidente Erdogan come terroristi. Si tratta di oppositori gulenisti e soprattutto di curdi rifugiati, in alcuni casi, da anni nel paese scandinavo. L'obiettivo di Erdogan è il Pkk ( Partito curdo dei lavoratori iscritto nella lista nera delle formazioni terroriste di Ue e Stati Uniti benché sia stato una colonna portante nel conflitto contro l'Isis), che da tempo porta avanti una lotta, armata ed istituzionale, per ottenere l'autogoverno della propria comunità. Intanto però il governo di Ankara sta cercando di bandire il partito filo- curdo Hdp, il terzo più grande nel parlamento turco, e questo nonostante i curdi costituiscano il 15- 20% della popolazione turca. La repressione di Erdogan in ogni caso si esprime anche in gran parte sul piano militare. In particolare cercando di colpire le basi del Pkk nel nord della Siria e dell'Iraq. È stato proprio in uno di questi raid, due giorni fa, che un bombardamento dell'esercito turco ha fatto strage di civili che erano però cittadini iracheni.

Nove persone sono rimaste uccise, tra cui tre bambini, e altre venti ferite, mentre visitavano il parco di Zakho, una città al confine tra la regione del Kurdistan iracheno e la Turchia. Per Baghdad non ci sono dubbi: i colpi di artiglieria sono partiti da postazioni di Ankara, che da almeno tre mesi sta conducendo un'offensiva in questa zona. Mentre i turchi hanno affermato che a sparare siano state proprio armi del Pkk, una versione abbastanza poco credibile visto l'inesistente interesse dei curdi a colpire cittadini iracheni in un territorio che offre riparo.

Si e aperta così una crisi diplomatica tra la Turchia e Iraq che ha convocato l'ambasciatore turco a Baghdad per ottenere scuse e spiegazioni, oltre a richiamare il suo incaricato d'affari dalla capitale turca. Si sono svolte anche numerose manifestazioni di protesta, come quella a Karbala, dove sono state bruciate bandiere turche nei pressi di un centro per i visti. Altre dimostrazioni sono state registrate a Baghdad e Nassiriya. Anche gli Stati Uniti hanno condannato il bombardamento: secondo il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, «l'uccisione di civili è inaccettabile e tutti gli Stati devono rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale, compresa la protezione dei civili». Si tratta di capire quali saranno i riflessi in sede Nato di un simile avvenimento. I Paesi occidentali conoscono alla perfezione la politica di Erdogan nei confronti dei curdi e in concomitanza dell'invasione russa in Ucraina sono scesi a patti con il rais di Ankara. In base a un memorandum firmato da Finlandia e Svezia, è stato concordato di affrontare le «richieste di deportazione o estradizione in sospeso dei sospetti terroristi in Turchia in modo rapido e completo», con «quadri giuridici bilaterali per facilitare l'estradizione».