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NINO MARAZZITA FORO DI ROMA
È morto a 87 anni l’avvocato Nino Marazzita, figura storica del foro italiano, voce limpida e appassionata del diritto, protagonista di alcuni dei processi più emblematici e dolorosi della storia repubblicana. A darne notizia è stato il figlio Giuseppe, anche lui avvocato e docente universitario, con un commovente messaggio su Facebook: «Oggi mio padre ha combattuto con la grinta di sempre l’ultima battaglia, quella che nessuno può vincere. Lascia un grande vuoto, insieme al ricordo indelebile della sua intelligenza, della sua ironia, della sua grande umanità e della sua dolcezza. Ciao Papino».
Nino Marazzita era noto al grande pubblico per essere stato avvocato di parte civile nel processo per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini, una ferita mai rimarginata nella coscienza civile del Paese. Ma quella è solo la punta dell’iceberg di una carriera cominciata nel 1965 e rimasta fedele a una concezione etica della professione forense: l’avvocato non come tecnico del cavillo, ma come custode della verità possibile.
Difese Pietro Pacciani in appello nel caso del “mostro di Firenze”, assistette la famiglia Bianchi dopo l’omicidio di Milena in Tunisia, rappresentò Rosaria Lopez nel processo per il massacro del Circeo, fu legale di Eleonora Moro durante il procedimento sull’assassinio dello statista. E ancora, fu difensore di Donato Bilancia, il serial killer delle ferrovie. Ma a ogni processo Marazzita portava una fermezza civile che travalicava il clamore mediatico: il suo modo di stare in aula, con eloquenza ma senza retorica, aveva il timbro di chi cerca il diritto nella sua forma più giusta, non solo più legale.
Oltre che avvocato, fu intellettuale del diritto. Dirigeva la rivista L’Eloquenza, collaborava con Detective & Crime e Polizia e Democrazia, e per la Rai conduceva L’Avvocato risponde, rubrica giuridica notturna che per anni ha aiutato i cittadini a orientarsi nei labirinti delle norme. Fu anche volto televisivo del tribunale popolare di Forum, senza mai scadere nella caricatura.
Nino Marazzita era uno di quei giuristi che sapevano raccontare la legge come strumento umano, fatto per le fragilità e non contro di esse. Uomo di spirito, di cultura e di dolce fermezza. Non cercava applausi, ma giustizia. E in questa sua ultima udienza, senza appello, lascia un vuoto che il tempo non colmerà facilmente.