Avvocatura lucana in lutto. È morto Mauro Finiguerra, toga d’oro nel 2022. L’avvocato originario di Lavello aveva 84 anni e apparteneva al Foro di Potenza. Per oltre quarant’anni ha fatto parte del Foro di Melfi, cancellato con la chiusura del Tribunale della città federiciana dopo la riforma della geografia giudiziaria del 2012.

Numerosi i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Finiguerra, impegnato per molto tempo anche nel mondo dello sport, in particolare nel calcio. Mauro Finiguerra è stato dal 1986 al 1994 amministratore delegato del Foggia Calcio negli anni della presidenza di Pasquale Casillo. La squadra pugliese si rese protagonista della scalata dalla serie C alla serie A. Con Zeman sulla panchina furono scritte le pagine più belle della storia dei rossoneri di Capitanata. «La società Calcio Foggia 1920 – scrive il club - abbraccia la famiglia Finiguerra per la scomparsa dell’avvocato Mauro. Nato a Lavello 84 anni orsono, foggiano di adozione, stimato avvocato, aveva legato il suo nome al Foggia nel periodo a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90».

«Un triste giorno per l’avvocatura», evidenzia il direttivo dell’Associazione forense “Roberto Maranta” di Venosa. «Ci lascia – si legge in una nota - un grande professionista e un grande uomo. Una personalità poliedrica che coltivava la sua passione per lo sport e in particolare per il calcio, dove si è affermato come dirigente ai massimi livelli nazionali».

In occasione del conferimento della toga d’oro, tre anni fa, Finiguerra commentò i grandi cambiamenti che hanno interessato la professione forense: «Quando ho cominciato la pratica nello studio di mio padre, mi veniva raccomandato di controllare e spillare le veline degli atti da depositare in Cancelleria e da scambiare con le controparti. Ora basta un click e in una frazione di secondo è tutto finito. All’epoca, poi, sfogliavo per ore le riviste ed i repertori per fare le ricerche. Adesso si usa il motore di ricerca e in pochi minuti quello che serve è a portata di mano, senza il piacere di aver scavato tra i riferimenti sacrificando il gusto dell'intuito giuridico. È cambiato tutto non solo sul piano degli strumenti, ma, purtroppo, anche sul piano dei comportamenti nei rapporti tra tutte le componenti, avvocati, magistrati, collaboratori, clienti, del mondo giustizia in quanto sono diventati sempre più conflittuali, con punte di insofferenza sempre più insostenibile».